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"Covid circola ma curiamo meglio i malati"

23 settembre 2020 | 18.53
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Il decano dei rianimatori italiani, Luciano Gattinoni: "Gravità diminuita, ma il perché non lo sa nessuno ad oggi"

(Afp)
(Afp)

"Bisogna guardare i fatti. Il coronavirus Sars-CoV-2 circola e non c'è dubbio. Ci sono tanti contagiati ma contagio vuol dire trasmissione di un virus o di un batterio e questo non equivale necessariamente a malattia, tanto è vero che i positivi 'portatori sani' sono tantissimi. Ma la parola contagio crea panico, perché fa venire in mente subito Manzoni" e la peste. "Dopodiché non c'è dubbio che i numeri stanno crescendo in Europa, ma principalmente dei portatori sani. E' ovvio che se aumenta l'esposizione al virus, avremo un maggior numero di malati, magari però in modo meno grave" che in passato "e in terapia intensiva a sentire dai colleghi sono pazienti gestibili al momento. E oggi li curiamo meglio". E' l'analisi di un decano dei rianimatori italiani, Luciano Gattinoni.

L'esperto, attualmente in forze all'università di Gottinga in Germania, guarda alla situazione dell'Italia che oggi registra 1.640 nuove positività al coronavirus Sars-CoV-2, su 103.696 tamponi effettuati nelle ultime 24 ore e 20 morti, dato sicuramente lontano dalla punta di oltre 900 registrata a fine marzo, fa notare lo specialista all'Adnkronos Salute. "Un andamento simile lo vediamo anche in guardando i numeri che vengono da altre parti del mondo. Questo vuol dire liberi tutti? No, assolutamente - puntualizza Gattinoni - Che il virus è in giro non ci sono dubbi, come il fatto che stanno crescendo i positivi. E se l'esposizione aumenta - ripete - aumenta anche il numero di malati".

Poi ci sono i ricoverati e i ricoverati in terapia intensiva. "Ma, a sentire tutti quelli che se ne occupano, la gravità è diminuita. La verità è che il perché non lo sa nessuno. Si possono fare tante ipotesi, ma vanno fatte prove sperimentali per definirlo e su questo non ci siamo ancora".

Un aspetto che non va sottovalutato per Gattinoni è che "i pazienti al momento sono più gestibili. Abbiamo 3 fattori: l'uso dell'eparina per la parte trombogenica e di ipercoagulazione - elenca - In terapia intensiva abbiamo imparato che va fatta una ventilazione meccanica più gentile e con meno pressione, e in terzo luogo c'è l'uso appropriato di alcuni cortisonici che hanno fatto la differenza in diversi studi". Infine Gattinoni cita anche l'antivirale remdesivir che, "ha un impatto minore degli altri ma può dare un contributo. Va aggiunto poi che i malati che arrivano sono di meno e sono seguiti da un numero adeguato di operatori".

Mettendo insieme tutto questo, conclude l'esperto, "possiamo dire che oggi i pazienti Covid possono essere meglio curati. Credo che al momento manchino i dati, ma verranno fuori presto e potrebbero mostrare che la mortalità oggi si è ridotta rispetto all'inizio".

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