Il governatore: "Tamponi in classe, Veneto chiede modifica del protocollo in vigore"
"Noi vogliamo andare nelle classi a fare il tampone". Lo ha sottolineato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, oggi nel punto stampa alla sede della Protezione civile di Venezia.
"Il Veneto ha richiesto per iscritto al ministero una modifica del protocollo in vigore, con la richiesta del tampone rapido nello screening scolastico - ha spiegato Zaia - e che il tampone rapido, che funziona al pari del test molecolare, venga fatto a tutta la classe del bambino positivo. E gli studenti negativi restano in classe e non più in isolamento a casa. Il tampone viene ripetuto sette giorni dopo, sempre in classe, evitando così gravi disagi ai genitori".
E ancora, ha continuato il presidente del Veneto "che si torni a dare ai medici di base e pediatri la facoltà o meno di fare il tampone al bambino, rispetto ad oggi in cui l'Iss dà indicazione che davanti a qualsiasi sintomo, (anche di un raffreddore e di una rinite) il tampone deve essere fatto dai pediatri, che conoscono i loro pazienti, si deve dare la discrezionalità di fare il tampone o meno".
Il presidente del Veneto Luca Zaia ha sottolineato che "le scuole non vogliamo chiuderle ma vogliamo presidiarle perché, per ora, non c'è un'emergenza sanitaria nelle nostre scuole". Infatti, ha spiegato il governatore del Veneto "l'esito dei controlli in 90 presidi scolastici del Veneto ha fatto registrare 85 bambini positivi, pari allo 0,02 per cento dell'intera popolazione scolastica di oltre 707mila studenti oggetto del monitoraggio mentre la quarantena riguarda 970 ragazzi; tra gli oltre 95mila operatori a cui è stato fatto il test la percentuale dei positivi è dello 0,24 per cento. Quindi si tratta di un'incidenza infinitesimale che testimonia appunto come in Veneto non ci sia un'emergenza sanitaria nelle scuole".
