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Boss ma con reddito di cittadinanza, 69 indagati

29 settembre 2020 | 09.49
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La Guardia di finanza di Agrigento ha sequestrato 11 social card. A Pescara percepivano Rdc ma erano in carcere, 14 denunce

(Fotogramma)
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Scoperti nuovi furbetti del reddito di cittadinanza in Sicilia. Il nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Agrigento, su delega del procuratore capo, Luigi Patronaggio, e del sostituto, Gloria Andreoli, sta eseguendo 11 sequestri di social card a illegittimi percettori del beneficio. In particolare, gli investigatori hanno accertato che gli indagati, tutti con precedenti per reati legati alla criminalità organizzata di tipo mafioso o colpiti da misure cautelari personali, avevano avanzato e ottenuto, senza averne titolo, istanza per ottenere il reddito di cittadinanza. 

Tutti sono stati segnalati all'Inps per la revoca dell'erogazione del contributo. Secondo una prima stima il danno per le casse pubbliche già accertato è di circa 300mila euro. Sono in corso ulteriori indagini per identificare altri illegittimi percettori del reddito di cittadinanza sia per l'esistenza di condizioni soggettive ostative alla erogazione che per l'esistenza di concomitanti rapporti di lavoro in nero. "Al momento gli indagati sono 69 - spiegano gli investigatori - ma le ulteriori indagini delegate, dove dovessero confermare le ipotesi investigative formulate, porterebbero a numero ben maggiore di indagati".

Anche i finanzieri del Comando Provinciale di Pescara, nell'ambito di attività finalizzate al controllo della spesa pubblica nazionale, hanno scoperto 14 persone che hanno indebitamente percepito il reddito di cittadinanza, per complessivi 95.000 euro, omettendo di dichiarare situazioni costituenti cause di esclusione dall’accesso al reddito di cittadinanza come lo stato di detenzione carceraria. I finanzieri hanno avviato una serie di controlli della posizione di numerose persone ed è emerso che 14 persone hanno indebitamente percepito il reddito di cittadinanza in quanto hanno presentato direttamente la domanda per ottenere il beneficio mentre erano in stato di detenzione carceraria, ovvero non hanno comunicato l’intervenuta carcerazione loro o di familiari conviventi.

Tra i detenuti scoperti dalla Guardia di finanza, i cui nuclei familiari hanno percepito il reddito di cittadinanza, figurano persone sottoposte a misura restrittiva per i reati di traffico di sostanze stupefacenti soprattutto ma anche per reati contro il patrimonio, quali l’usura, l’estorsione e il furto. Tutte le posizioni illecite fatte emergere dai Finanzieri sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Pescara per aver fornito dichiarazioni false e omesso informazioni dovute in sede di richiesta del reddito di cittadinanza e, contestualmente, all’Inps per la revoca e il recupero del beneficio economico in questione.

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