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Omicidio fidanzati, le parole di De Marco la sera dell'arresto

01 ottobre 2020 | 22.41
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"Ho provato e accumulato tanta rabbia che poi è esplosa. Non sono mai stato trattato male"

(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

"Durante la permanenza nell’abitazione mi aveva dato fastidio qualcosa. Ho provato e accumulato tanta rabbia che poi è esplosa. Non sono mai stato trattato male. La mia rabbia, forse, era dovuta all’invidia che provavo per la loro relazione". Con queste parole Antonio De Marco, 21enne, la sera del fermo, ha confessato il duplice delitto di Daniele De Santis e Eleonora Manta, 33 e 30 anni, avvenuto la sera del 21 settembre scorso nell'appartamento della coppia di fidanzati in via Montello, a Lecce, dove lo stesso universitario aveva vissuto in precedenza, per alcuni mesi, come inquilino. La confessione è contenuta nell'ordinanza con la quale il gip del tribunale di Lecce Michele Toriello oggi ha convalidato il fermo e ha disposto l'ordinanza cautelare che ha confermato la detenzione in carcere.

"Sono entrato in casa con le chiavi", ha aggiunto. "Ne avevo una copia che avevo fatto prima di lasciare l’abitazione presa in affitto da novembre fino al lockdown. Poi sono ritornato nell’abitazione a luglio rimanendo fino alla metà di agosto 2020".

"Per uccidere la coppia...ho acquistato il coltello da caccia presso il negozio denominato 'zona militare'. Del coltello me ne sono disfatto. Non ricordo quando ho scritto il biglietto né ricordo cosa intendessi dire con 'caccia al tesoro'", ha detto poi. "Non avendo molti amici e per il fatto che trascorro molto tempo in casa da solo mi sono sentito molto triste", ha aggiunto sottolineando: "Altre volte ho sofferto di momenti di rabbia".

"Il passamontagna mi è stato sfilato da Daniele il quale poi mi ha riconosciuto. Ho sentito gridare 'Andrea'. Loro non hanno mai pronunciato il mio nome. Indossavo dei guanti che poi si sono strappati perdendone forse uno solo o un frammento", ha affermato De Marco.

"Dopo aver compiuto il gesto - ha aggiunto - sono tornato a casa mia sita in via Fleming. Ho dormito fino alla mattina successiva. Mi sono disfatto dei vestiti gettandoli in un bidone del secco di un condominio poco distante dall’abitazione. La fodera – ha proseguito De Marco - faceva parte del coltello che ho comprato … Insieme ai vestiti c’erano le chiavi e il coltello acquistato in contanti. La candeggina l’ho acquistata presso un negozio, quella sera portavo al seguito anche uno zainetto di colore grigio con dentro la candeggina, delle fascette ed il coltello nonché della soda. Ho scritto solo due giorni prima i biglietti. Sono andato a trovare Daniele ed Eleonora convinto di trovare entrambi. Quando sono entrato in casa i due erano seduti in cucina".

"Ho incontrato Daniele nel corridoio – ha detto - il quale si è spaventato perché avevo il passamontagna. Dopo aver avuto una colluttazione con lui li ho uccisi. Quando ho colpito lui ha cercato di aprire la porta per scappare. Ho ucciso prima lei e poi ho colpito nuovamente Daniele. Dopo aver lottato con loro sono andato via senza scappare perché non avevo fiato".

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