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Droga, raffica di arresti: soldi dello spaccio reinvestiti in pompe funebri

06 ottobre 2020 | 07.45
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Agenti della Squadra Mobile e finanzieri del comando provinciale di Frosinone hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 27 persone

(Fotogramma)
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E' partita dal sequestro di mezzo chilo di hashish all’aeroporto di Bonn l’inchiesta coordinata dalla Dda di Roma che ha permesso di smantellare nel sorano due organizzazioni criminali attive nello spaccio di droga. Gli agenti della Squadra Mobile e i finanzieri del comando provinciale di Frosinone hanno eseguito questa mattina un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 27 persone, di cui 17 in carcere e 10 ai domiciliari, e una sottoposta all’obbligo di dimora, tutte indagate per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, riciclaggio ed estorsione.

Nell’ambito dell’operazione sono stati eseguiti anche tre fermi di indiziato di delitto per traffico di stupefacenti ed estorsione rientranti in un’altra indagine condotta dalla polizia e coordinata alla procura di Cassino. Dalle prime indagini è emerso che singoli episodi di spaccio avvenuti alla città di Sora erano in realtà riconducibili ad una vera e propria organizzazione ben strutturata e diffusa sul territorio e in stretto contatto con gruppi malavitosi campani, in particolare dei quartieri di Scampia e Bronx di San Giovanni a Teduccio dove avveniva l’approvvigionamento di droga.

La droga veniva trasportata da corrieri che per eludere eventuali controlli si alternavano nel tragitto dalla Campania al basso Lazio fino al territorio sorano dove la sostanza stupefacente veniva smistata e stoccata in diversi luoghi nella disponibilità del gruppo, il principale dei quali era costituito da un impianto di autodemolizioni di materiale ferrosi.

Nel corso dell’indagine, dei pm Francesco Minisci e Roberto Bulgarini coordinati dal procuratore aggiunto della Dda di Roma Ilaria Calo’, sono stati individuati due gruppi, uno facente capo ad una famiglia di origini campane, che vive a Sora dai primi anni '90, e un secondo con a capo pregiudicati del sorano. I due gruppi dopo un primo periodo di collaborazione reciproca nell’acquisto e nello spaccio sulle varie piazze del sorano, del cassinate e della provincia dell’Aquila, erano entrati poi in contrasto tra di loro dando vita ad un vero e proprio scontro finalizzato ad acquisire il monopolio dello spaccio nel territorio di Sora.

E’ emerso inoltre, grazie al lavoro degli inquirenti, che mentre il gruppo locale viveva delle attività di spaccio, gli associati delle fazioni di origine campane avevano esteso i loro interessi a vari ambiti infiltrandosi nel tessuto economico e sociale in maniera spregiudicata e violenta. In particolare i vertici dell’associazione gestivano anche un’attività di pompe funebri che si era ingrandita velocemente, ascesa che era stata possibile grazie ai guadagni derivanti dal traffico di droga, quantificati in oltre 9000 euro a settimana, che venivano successivamente impiegati anche nell’attività dell’azienda che poteva offrire così a bassissimo costo servizi con auto di lusso. L’obiettivo era quella di monopolizzare il mercato delle pompe funebri, mettendo economicamente in ginocchio le altre attività.

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