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Palermo, truffe ad assicurazioni con falsi morti: 6 fermi

07 ottobre 2020 | 08.39
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Almeno 20 le truffe assicurative realizzate, per un giro di affari che aveva fruttato finora all’organizzazione criminale circa 2,7 milioni di euro

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

Erano in tre a tenere le fila dell'organizzazione criminale dedita a truffe alle assicurazioni nel ramo vita e sgominata questa mattina dalla polizia di Palermo. Sei fermi, beni e attività sequestrate, per un giro di affari di circa 5 milioni di euro.

I tre, secondo gli inquirenti, gestivano "la fase propedeutica di scelta dei soggetti da coinvolgere, accompagnavano i 'futuri morti' per la stipula dei contratti assicurativi, decidevano il momento in cui doveva procedersi alla dichiarazione di morte del falso defunto, curavano la fase di creazione materiale degli atti falsi da presentare alle compagnie che attestassero la morte del contraente e permettessero così la liquidazione del premio assicurativo, si occupavano dell'accensione di conti corrente da parte dei beneficiari per la ricezione del premio e determinavano le quote associative da distribuire a seguito dell’ottenimento del premio assicurativo".

Almeno 20 le truffe assicurative realizzate, per un giro di affari che aveva fruttato finora all’organizzazione criminale circa 2,7 milioni di euro, a cui aggiungere i premi assicurativi in procinto di essere liquidati, per un totale potenziale di circa 5 milioni di euro. A svolgere il ruolo di organizzatori gli altri tre fermati di oggi, che fungevano sia da beneficiari che da finti deceduti e si occupavano anche della fase di smistamento dei premi "attraverso innumerevoli movimentazioni di denaro e prelievi in contanti volti ad ostacolare la tracciabilità delle somme indebitamente ottenute".

Numerosi i soggetti che risultano coindagati nell'inchiesta e che, a vario titolo, "fornivano il proprio contributo per la piena riuscita dei fini dell’associazione, prestandosi a rivestire il ruolo di beneficiari o di finti morti, prelevando le somme accreditate su carte postepay a loro intestate, smistando le somme con successive operazioni di accrediti a terzi o di prelievi di contante".

Diverse le operazioni di riciclaggio e autoriciclaggio compiute dall'organizzazione. "Molto complesso", come sottolineano gli investigatori, il sistema posto in essere per la presentazione della documentazione a corredo della dichiarazione di morte del contraente. Alle assicurazioni veniva fornito il certificato di morte completo in ogni suo dettaglio e la scheda di bordo relativa all’intervento del servizio 118 con l’indicazione precisa dei medici e del personale intervenuto. In alcuni casi, fra la documentazione, c'era anche la Scheda Istat di morte, con un numero di protocollo, rilasciata dall’Unità sanitaria provinciale di Palermo.

Infine la relazione del medico curante, corredata da timbro e numero di registro regionale, era idonea ad ingenerare nelle compagnie assicurative l’esistenza di atti pubblici originali attestanti effettivamente la morte del contraente.

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