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Il Papa contro il 'feticismo' del denaro: "Via i mercanti dal tempio"

08 ottobre 2020 | 15.44
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Francesco: "Gesù ci ha insegnato che 'non si può servire Dio e la ricchezza'". E rilancia un fondo per i poveri "con il denaro impiegato nelle armi e in altre spese militari"

(Afp)
(Afp)

È un lavoro che “mi sta particolarmente a cuore”, svolto “a tutela di una ‘finanza pulita’, nell’ambito della quale ai ‘mercanti’ è impedito di speculare in quel sacro tempio che è l’umanità”. Così il Papa si è rivolto stamane agli esperti del Gruppo Moneyval, il Comitato del Consiglio d’Europa che il 30 settembre scorso è giunto in Vaticano per la valutazione delle misure contro il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. Si tratta - ricorda Vatican News - di una visita concordata nel 2019 e che avviene nel ciclo di valutazioni periodiche cui sono sottoposte tutte le giurisdizioni aderenti a Moneyval secondo un calendario prestabilito.

Francesco ha ricordato che “l’Ordinamento vaticano ha intrapreso, anche recentemente, alcune misure sulla trasparenza nella gestione del denaro e per contrastare il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo. Il 1° giugno scorso è stato promulgato un Motu Proprio per una più efficace gestione delle risorse e per favorire la trasparenza, il controllo e la concorrenza nelle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici. Il 19 agosto scorso, una ordinanza del Presidente del Governatorato ha sottoposto le Organizzazioni di volontariato e le Persone Giuridiche dello Stato della Città del Vaticano all’obbligo di segnalazione di attività sospette all’Autorità di Informazione Finanziaria”.

Nel suo discorso, il Papa ha stigmatizzato il "feticismo del denaro" e ricordato la via tracciata da Gesù: “Gesù ha scacciato dal tempio i mercanti e ha insegnato che 'non si può servire Dio e la ricchezza' Quando, infatti, l’economia perde il suo volto umano, non ci si serve del denaro, ma si serve il denaro. È questa una forma di idolatria contro cui siamo chiamati a reagire, riproponendo l’ordine razionale delle cose che riconduce al bene comune, secondo il quale il denaro deve servire e non governare!”.

Il Papa auspica che la finanza “non opprima i più deboli e i bisognosi”, sottolineando la necessità di “ripensare al nostro rapporto col denaro”, perché “in certi casi pare che si sia accettato il predominio del denaro sull’uomo”: “Talvolta, pur di accumulare ricchezza, non si bada alla sua provenienza, alle attività più o meno lecite che l’abbiano originata e alle logiche di sfruttamento che possono soggiacervi. Così, accade che in alcuni ambiti si tocchino soldi e ci si sporchi le mani di sangue, del sangue dei fratelli. O, ancora, può succedere che risorse finanziarie vengano destinate a seminare il terrore, per affermare l’egemonia del più forte, del più prepotente, di chi senza scrupoli sacrifica la vita del fratello per affermare il proprio potere”.

Sulla scia di San Paolo VI, ribadisce la proposta di costituire un Fondo mondiale per venire in aiuto ai poveri e agli affamati “con il denaro impiegato nelle armi e in altre spese militari”. Ricorda, inoltre, che il Magistero sociale della Chiesa ha indicato “l’erroneità del ‘dogma’ neoliberista” secondo cui l’ordine economico e l’ordine morale sarebbero così “estranei l’uno all’altro, che il primo in nessun modo dipenderebbe dal secondo”. “L’adorazione dell’antico vitello d’oro - aggiunge Francesco - ha trovato una nuova e spietata versione nel feticismo del denaro e nella dittatura di una economia senza volto e senza uno scopo veramente umano”. Così, “la speculazione finanziaria con il guadagno facile come scopo fondamentale continua a fare strage”.

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