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Palermo, denaro in cambio di diplomi maturità: due docenti nei guai

09 ottobre 2020 | 11.36
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Misure cautelari anche per un dipendente della Reset. L'indagine partita da un dipendente della Camera di Commercio palermitana: scoperte regalie per cancellare protesti cambiari

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Regalie e denaro in cambio della cancellazione dei protesti cambiari e del conseguimento di diplomi di maturità. E' quanto emerge da un'indagine svolta dalla sezione Anticorruzione della Squadra mobile di Palermo, che ha portato all'esecuzione di tre misure cautelari personali a carico di F.S. e D.N.V., docenti di ruolo in un istituto professionale cittadino, e S.A.. dipendente della Reset. Devono rispondere di corruzione e falso in atto pubblico. Il gip ha disposto a carico di F.S. e S.A. il divieto di dimora a Palermo e per D.N.V. la sospensione dalla professione di docente per sei mesi. L’indagine ha riguardato due distinti settori pubblici: da un lato la Camera di Commercio di Palermo e le procedure volte alla cancellazione dei protesti cambiari, dall’altro il settore scolastico e, in particolare, il conseguimento di diplomi di maturità.

L'attenzione degli investigatori si è concentrata inizialmente su un dipendente della Camera di commercio addetto all’ufficio elenchi protesti che, "abusando della pubblica funzione, avrebbe suggerito agli utenti modalità fraudolente" per la definizione delle pratiche di cancellazione di protesti cambiari. Ottenuta l’illegittima cancellazione, il pubblico ufficiale avrebbe ricevuto in cambio regalie varie da parte degli utenti stessi. Gli investigatori hanno ricostruito "molteplici casi di peculato" a carico del dipendente che, nell’esercizio delle sue funzioni, si sarebbe anche appropriato di denaro contante che gli utenti gli consegnavano per il rilascio di visure camerali o certificati attestanti l’esistenza o meno di protesti cambiari. A carico del pubblico impiegato il gip non ha ravvisato la sussistenza delle esigenze cautelari perché trasferito ad altro incarico che esclude il rapporto con l’utenza e il maneggio di denaro. Resta indagato per i reati di corruzione, peculato e falso. In un episodio le indagini hanno fatto emergere la partecipazione del dipendente della Reset quale intermediario tra lo stesso pubblico ufficiale e un privato che aveva richiesto la cancellazione di protesti cambiari elevati nei suoi confronti e della moglie.

"L’utente dopo il buon esito di quanto richiesto consegnava in cambio una regalia", spiegano gli investigatori. L'attività di indagine ha permesso, però, di far luce anche su quanto avveniva in un istituto scolastico paritario di Palermo con la compravendita di un diploma di maturità tecnica conseguito nell'anno 2015/16 da un alunno. "Si è appurato che S. A. in qualità di intermediario con F.S. e D.N.V., all’epoca amministratori di fatto della scuola superiore parificata - spiegano gli investigatori - al fine di far conseguire al giovane il diploma di maturità, accettavano la promessa di ricevere in cambio la somma di 3000 euro e lo agevolavano nel corso della prova scritta per il conseguimento del diploma di istruzione secondaria di secondo grado, ricevendo in cambio la somma di circa 1300 euro". Nella vicenda risulta indagato anche un dipendente dell'Università di Palermo, quale altro intermediario. Nei suoi confronti, però, il gip non ha ravvisato il ricorrere di esigenze cautelari. Inoltre, a carico di F.S. e D.N.V. il provvedimento cautelare contesta reati di falso in quanto in qualità di amministratori dell’Istituto parificato avrebbero attestato falsamente a favore di alcuni docenti lo svolgimento del servizio nella scuola consentendo loro di ottenere le attestazioni di frequenza utili per maturare punteggio nelle graduatorie ministeriali. 

Infine, i due docenti avrebbero anche attestato, a distanza di tempo, nei registri di classe la falsa presenza di alunni, attribuendo a questi ultimi anche false votazioni; formato elaborati scritti apponendovi la firma di docenti e alterato elaborati riferibili alle prove scritte per il conseguimento del diploma di maturità, dando agli stessi voti non corrispondenti alla effettiva valutazione. Per tali reati di falso, risultano indagati altri docenti del predetto istituto paritario per i quali il gip non ha ravvisato la sussistenza di esigenze cautelari.  

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