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Cinghiali uccisi a Roma, Raggi chiede inchiesta

17 ottobre 2020 | 17.23
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La mamma con i suoi cuccioli è stata abbattuta in un'area giochi di un parco della Capitale

Foto Adnkronos
Foto Adnkronos

A seguito di quanto accaduto ieri sera nel parco Mario Moderni a Roma, dove sono stati uccisi dei cinghiali, la sindaca di Roma Virginia Raggi ha chiesto agli uffici la costituzione immediata di una commissione d'inchiesta amministrativa per fare luce sui fatti e valutare eventuali profili di responsabilità. Lo rende noto il Campidoglio.

ENPA - "E' una vergogna! A Roma la scorsa notte si è compiuto un vero orrore" denuncia l'Ente Nazionale Protezione Animali che chiede di poter accedere agli atti per accertare le reali responsabilità e si dice pronta a "procedere per vie legali". "Una mamma cinghiale e i suoi cuccioli sono stati prima narcotizzati e poi uccisi, nonostante ci fossero altre soluzioni percorribili. Cuccioli di cinghiale uccisi in un parco giochi per bambini: un luogo di divertimento per i piccoli trasformato in un luogo di morte, in un luogo di esecuzioni capitali".​ "Abbiamo assistito a uno spettacolo orribile, dove i diritti degli animali, ma anche quelli di cittadini che hanno lottato fino all'ultimo per la possibile salvezza di questa mamma con i cuccioli, sono stati calpestati in un modo vergognoso - sottolinea Carla Rocchi, presidente nazionale Enpa - Le soluzioni alternative c'erano eccome e sono state presentate innumerevoli volte sia in situazioni e contesti di 'normalità' sia in quella 'emergenziale' di ieri. Le Associazioni, infatti, si erano mobilitate per permettere lo spostamento dei cinghiali in un'altra zona ma non ci è stato permesso". "Lo sterminio indegno di questa notte – continua Rocchi - è il frutto di politiche non collaborative del Comune di Roma e della Regione Lazio che in questi ultimi anni hanno metodicamente ignorato tutte le proposte delle associazioni animaliste e ambientaliste, in particolare la Regione che ha la responsabilità della fauna selvatica. Abbiamo scritto più volte al presidente della Regione Lazio senza riceve mai una risposta. Una cosa però è certa: queste morti non saranno dimenticate. La fauna selvatica è bene indisponibile dello Stato e utilizzeremo tutti gli strumenti che abbiamo, facendo anche fronte comune con le altre associazioni, per individuare le responsabilità e affinché queste oscenità indegne di una società civile non accadano mai più!".

BRAMBILLA - "Ho sempre saputo che quella dei Cinque stelle 'animalisti' era una leggenda. Ora lo sanno tutti. Avevo dato la disponibilità ad accogliere i sette cinghiali chiusi nel parco del quartiere Aurelio a Roma, per salvarli. Loro li hanno uccisi" ha detto Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell'Ambiente. "E il dirigente del Comune di Roma che ha dato l'ordine mi ha anche insultato con epiteti sessisti irriferibili". Due le iniziative annunciate dalla parlamentare di Fi: un esposto per uccisione di animali e una querela per diffamazione. Nelle prime ore di 'prigionia' sembrava che l'intenzione fosse quella di catturare gli animali e trasferirli, poi qualcosa è cambiato e le autorità competenti (Comune e Regione in prima linea) hanno optato per l'abbattimento col favore delle tenebre, mentre intorno all'area giochi montava, nonostante la pioggia battente, la protesta delle associazioni animaliste. "A questo punto - spiega Brambilla – ho contattato il ministero dell'Ambiente, le forze dell'ordine, il presidente della Regione Lazio Zingaretti, e Daniele Diaco, presidente della commissione Ambiente del Comune di Roma, per segnalare la disponibilità di Leidaa a farsi carico degli animali, evitando la loro uccisione. La proposta è stata giudicata percorribile da Diaco e dal'’assessore regionale Onorati".

Sul campo però le cose sono andate diversamente. "Il capo del dipartimento ambiente del Comune Marcello Visca– riferisce la deputata – ha detto che 'della Brambilla se ne frega', aggiungendo nei miei confronti espressioni irriferibili per le quali sarà denunciato, e, prima di andarsene, ha dato l’ordine di abbattere gli animali, ordine immediatamente eseguito. Diaco si è defilato, dicendo che non trovava il suo dirigente, che senza il suo dirigente non poteva fare nulla e che la responsabilità sulla Regione (dalla quale, invece, avevo ottenuto via libera). Alla fine i corpi degli animali sono stati caricati su un camion speciale con la scritta 'Materiale di categoria 1 destinato all'eliminazione, Regione Lazio'. Un'esecuzione portata a termine freddamente, offendendo anche il sentimento morale dei cittadini e dei tanti volontari presenti". "Sono morti – conclude Brambilla – sette animali innocenti. Volevano solo vivere, approfittando dei rifiuti che 'generosamente' l'amministrazione capitolina lascia fermentare sulle strade. Ma d’ora in poi alla favola dei Cinque stelle che difendono gli animali e i loro diritti non crederà più nessuno".

DIACO (M5S) - "La Regione ordina l'uccisione di 6 cinghiali, la Brambilla sbraita comodamente dal divano di casa sua e noi, gli unici ad averci messo la faccia e ad aver sempre palesato contrarietà all'uccisione di questi animali, saremmo i carnefici? Scandaloso!" scrive in un post su Facebook Daniele Diaco, presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale. "Per tre ore il sottoscritto, in qualità di Presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale, ha presidiato sotto la pioggia battente il Giardino Mario Moderni per cercare di ribadire a gran voce quanto già affermato nei vari tavoli tecnici assieme dall'Assessora Laura Fiorini: l'abbattimento degli ungulati, inclusi la mamma cinghiale e i suoi 5 cuccioli uccisi ieri nel parco giochi sito in zona Gregorio VII, non è la soluzione più idonea, corretta e eticamente giusta", spiega Diaco.

"Assente la Regione Lazio, l'unico soggetto che poteva fermare l'esecuzione dei sei cinghiali in quanto unico ente competente in materia di fauna selvatica - sottolinea - Regione che non solo ha disertato gran parte dei tavoli tecnici, ma che non ha altresì mai preso in considerazione l'ipotesi di catturare i cinghiali servendosi di apposite gabbie e di condurli in aree non faunistiche. Zingaretti non ha mai ascoltato le soluzioni meno cruente prospettate da Roma Capitale la cui contrarietà all'abbattimento, come risulta dai verbali dei tavoli tecnici, è sempre stata forte e convinta, a dispetto delle scellerate menzogne pronunciate dalla Brambilla che accusa il Movimento Cinque Stelle di aver causato la morte dei sei cinghiali pur sapendo che la decisione di abbatterli è stata presa esclusivamente dalla Regione Lazio".

"Inaudite e deplorevoli - aggiunge Diaco - le accuse di una ex parlamentare che nulla ha fatto nel corso dei suoi numerosi mandati politici per cambiare la legge sul trasporto dei cinghiali nelle aree venatorie e che si è guardata bene dal dire che la Leidaa ieri sera è arrivata ad abbattimenti già avvenuti. Sconcertante il comportamento di Zingaretti che, anziché interloquire con noi nelle sedi preposte e fermare con atto ufficiale la strage di ieri sera, ha pensato bene di parlare telefonicamente con la stessa ex parlamentare per dirle che era in corso un ripensamento sulla sorte degli animali uccisi".

"Cara Brambilla, dov'eri ieri sera mentre il sottoscritto tentava in tutti i modi di fermare una decisione presa unicamente dalla Regione? Eri forse sul divano di casa tua a fare 'l'animalista da salotto'? E dov'era Zingaretti? Già, poi gli ipocriti saremmo noi, vero? Polemiche a parte, noi denunceremo quanto accaduto ieri sera nei prossimi tavoli tecnici e a opporci con forza a nuove decisioni come quelle di ieri sera. Assieme alla Sindaca, avvieremo una indagine interna per verificare l'operato di chi è intervenuto. Il tutto, nella consapevolezza che solo la Regione Lazio, ahinoi, può (per legge) decidere la sorte dei cinghiali".

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