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Covid, Iss: "Situazione molto grave, servono misure"

23 ottobre 2020 | 19.17
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"La popolazione eviti le occasioni di contatto". L'indice di contagio Rt è arrivato a 1,5

(Fotogramma/Ipa)
(Fotogramma/Ipa)

L’epidemia di Covid-19 in Italia "è in rapido peggioramento, con velocità di progressione maggiore in alcune Regioni italiane. Si evidenziano segnali di criticità dei servizi territoriali e del raggiungimento imminente di soglie critiche dei servizi assistenziali in diverse Regioni". E' quanto emerge dal Report settimanale Istituto superiore di sanità-ministero della Salute con il monitoraggio della situazione nel periodo 12-18 ottobre.

"Si continua a osservare un forte incremento dei casi che porta l'incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni a 146,18 per 100.000 abitanti (periodo 5/10-18/10) rispetto a 75 per 100.000 abitanti nel periodo 28/9-11/10. Nello stesso periodo, il numero di casi sintomatici è passato da 15.189 a 27.114 nelle ultime due settimane. L'aumento di casi è diffuso in tutto il Paese", si legge nel report.

L'indice di contagio Rt, calcolato sui casi sintomatici, è arrivato a 1,5. Un dato "significativamente sopra 1, che indica una situazione complessivamente e diffusamente molto grave sul territorio nazionale, con rischio di criticità importanti a breve termine in numerose Regioni e province autonome".
"Complessivamente sono 7.625 i focolai attivi, di cui 1.286 nuovi. Quindi, anche se sono in aumento i focolai attivi, per la prima volta in 11 settimane è in diminuzione il numero di nuovi focolai (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 4.913 focolai attivi di cui 1.749 nuovi)".
"In aumento, questa settimana, i focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico, anche se appare ancora limitata". I contagi a scuola sono il "3,5% di tutti i nuovi i focolai in cui è stato segnalato il contesto di trasmissione". "E' chiaro - si sottolinea - che le attività extra e peri-scolastiche possono costituire un innesco di catene di trasmissione laddove non vengano rispettate le misure di prevenzione previste".

Sono "necessarie misure, con precedenza per le aree maggiormente colpite, che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari, comprese restrizioni nelle attività non essenziali e restrizioni della mobilità, nonché l’attuazione delle altre misure già previste", prosegue il report.

"Si invitano nuovamente le Regioni e province autonome - si ribadisce - a realizzare una rapida analisi del rischio, anche a livello sub-regionale, e considerare un tempestivo innalzamento delle misure di mitigazione nelle aree maggiormente affette, in base al livello di rischio e sulla base delle linee di indirizzo" indicate nella circolare del ministero della Salute il 12 ottobre.

E' "fondamentale che la popolazione rimanga a casa quando possibile e riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine", sottolinea il Report, che ribadisce "la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie, compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi".

"Segnali del raggiungimento imminente di soglie critiche dei servizi assistenziali" si registrano in "diverse Regioni/Province autonome". Gli esperti segnalano un "rapido aumento del carico sui servizi assistenziali, con aumento dei tassi di occupazione dei posti letto ospedalieri sia in area critica che non critica". Più precisamente, "questa settimana, a livello nazionale, si è osservato un importante aumento nel numero di persone ricoverate (il 18 ottobre rispetto all'11 ottobre 7.131 contro 4.519 in area medica, 750 vs 420 in terapia intensiva) e, conseguentemente, aumentano i tassi di occupazione delle degenze in area medica e in terapia intensiva, con alcune Regioni/Province autonome sopra 10% in entrambe le aree". Ecco perché, "se l'andamento epidemiologico mantiene il ritmo attuale, esiste una probabilità elevata che numerose Regioni/Province autonome raggiungano soglie critiche di occupazione in brevissimo tempo".

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