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Firenze, 14enne disabile positivo al Covid bullizzato da compagni

23 ottobre 2020 | 10.30
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Dopo il tampone positivo gli studenti della sua classe lo hanno offeso in chat: "Tutta colpa tua se siamo in quarantena"

Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

"È tutta colpa tua se siamo in quarantena", "Ma sei stupido? Prendi il coronavirus e ce lo dici così? Rischi di aver infettato tutti"; "Non capisci niente. Cos'hai al posto del cervello, i coriandoli?". Parole d'odio, offese, accuse piene di rancore riversate in una chat dai compagni di classe contro uno studente con disabilità che frequenta il primo anno dell'istituto alberghiero 'Buontalenti' di Firenze.

Sul suo smartphone, in poche ore, sono iniziati a comparire messaggi su messaggi, audio carichi di cattiveria nei quali ragazzi e ragazze di appena 14 anni lo additavano come il responsabile dello stop alle lezioni. "È un vero e proprio episodio di bullismo - afferma la preside, Maria Francesca Cellai in un articolo sulla 'Repubblica' - Gesti come questo non possono essere sminuiti e considerati semplici ragazzate, si tratta di reati. Sono sconvolta e dispiaciuta, la scuola deve intervenire al più presto". Tutto ha avuto inizio qualche giorno fa quando il ragazzo, dopo aver fatto il tampone, è risultato positivo al coronavirus. L'intera classe, come da prassi, è stata messa in quarantena per due settimane e sono state disposte le lezioni online a distanza.

A quel punto si è scatenato il finimondo su Whatsapp, con le offese al compagno disabile. "Non posso neanche immaginare cosa può aver provato il ragazzo - racconta la preside - Si è sentito in colpa, mortificato, annientato dalla cattiveria dei compagni. Per fortuna ha avuto la forza di parlarne con la sorella, la quale a sua volta ha raccontato tutto ai genitori. A chiamarmi, con il cuore in mano, è stata la mamma. Io mi sono vergognata per gli altri miei studenti".

Nella chat c'era chi diceva "Abbiamo persino comprato le divise e ora siamo costretti a saltare le esercitazioni di cucina" oppure "Mia mamma ha l'asma e per colpa tua potrei attaccarle il Covid". Su 27 studenti in pochissimi sono rimasti in silenzio e solo in tre l'hanno difeso. Tutti gli altri non hanno fatto altro che rincarare la dose.

"Mi ha colpito il comportamento del ragazzo, che è stato di un'educazione unica nonostante le parolacce che gli sono state scagliate contro - continua la preside sempre alla 'Repubblica' - Ha provato a spiegare ai compagni che sarebbe potuto capitare a tutti di prendere il Covid, ma loro in tutta risposta gli hanno detto di non ripresentarsi in classe senza mascherina. Ora lui, comprensibilmente, ha timore di tornare a scuola".

La dirigente, dopo un consiglio di classe straordinario, ha deciso di agire su più fronti: "Faccio un appello alle famiglie affinché non sottovalutino la cosa, controllino i cellulari dei figli e imparino a guardarli con uno sguardo oggettivo senza giustificarli sempre. Coinvolgeremo gli psicologi della scuola che parleranno con i ragazzi e spiegheranno loro che le paure per questa nuova malattia vanno elaborate e non buttate addosso al primo che capita. Poi i docenti affronteranno un percorso di educazione civica in cui si parlerà del rispetto per l'altro. Gli studenti che hanno sostenuto il giovane saranno premiati, mentre gli altri, per punizione, salteranno per un po' le esercitazioni di cucina. Sospenderli e tenerli a casa non ci è sembrato il provvedimento più educativo".

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