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Crisanti: "Lockdown serviva 15 giorni fa"

31 ottobre 2020 | 09.12
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"Siamo già in ritardo, almeno di due settimane. Quanto meno in alcune Regioni sarebbe stato necessario chiudere prima. Ora stiamo inseguendo l'epidemia, speriamo che non sia troppo tardi". Sono le parole del professor Andrea Crisanti al Messaggero. "Vedremo se le misure approvate dal Governo hanno un effetto, ma se non ce l'avranno, saranno inevitabile limitazioni più restrittive. Penso che aspetteranno la prossima settimana per capire se il Dpcm sta dando risultati. Se mercoledì non vedremo dati differenti, sarà finita. Si andrà per forza al lockdown, magari in una forma meno severa di marzo. Ma qualcosa sarà inevitabile fare", aggiunge. "Siamo in ritardo, abbiamo aspettato troppo tempo. Il lockdown nelle regioni maggiormente in affanno andava fatto due settimane fa, non adesso. Già si vede una parcellizzazione della trasmissione del virus, ormai è diffusa in tutto il Paese. Non sarebbero più sufficienti i singoli lockdown regionali che invece sarebbero stati utili due settimane fa", afferma ancora. Meglio un lockdwon nazionale? "O per lo meno potremmo decidere chiusure meno severe nelle Regioni con una minore diffusione del virus, più rigorose nelle altre. Possiamo differenziare, ma comunque bisogna intervenire su macro aree, non c'è più tempo per interventi limitati a piccoli territori. Possiamo anche scegliere la formula della Germania, ma quel Paese è intervenuto due settimane prima di noi. Basta vedere quanti casi hanno su un numero di abitanti assai più alto. La Germania sta intervenendo per tempo, noi siamo in ritardo, perché abbiamo più positivi ogni giorno, ma stiamo aspettando nel prendere decisioni simili a quelle già varate dalla Merkel".

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