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Covid, "effetto tsunami": allarme medici ospedalieri

02 novembre 2020 | 13.42
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A lanciare l'allarme è Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao Assomed, che in una lettera aperta al Governo chiede di assumere subito medici e biologi

(Foto Afp)
(Foto Afp)

La seconda ondata della pandemia da Sars-CoV-2 "è arrivata con un andamento esponenziale in tutto il Paese, trovando i servizi sanitari delle diverse Regioni clamorosamente impreparati a livello organizzativo. La realtà di questi giorni parla di un pericoloso deserto di assistenza" sul territorio, strutture intermedie che non ci sono, "Covid hotel che non si vedono, soprattutto al Sud, testing & tracing saltato ed assistenza domiciliare inesistente, con i medici di famiglia in evidente difficoltà. L’ospedale è, così, diventato la prima e ultima trincea. E i medici ospedalieri si ritrovano a vivere una situazione drammatica nell’affrontare lo tsunami, in condizioni di lavoro insopportabili". A lanciare l'allarme è Carlo Palermo, segretario nazionale Anaao Assomed, che in una lettera aperta al Governo chiede di assumere subito medici e biologi.

"Alla carenza di personale, che denunciamo, inascoltati, da anni, si aggiungono disorganizzazione, precariato stabile come scelta occupazionale, turni frequenti e massacranti, aumento dei carichi di lavoro e della complessità assistenziale, spostamenti tappabuchi da un reparto, e da un ospedale, all’altro, stress psicofisico, ansia e rabbia per ritrovarsi nella stessa trincea di marzo e aprile, esposti al rischio biologico e legale, senza tutele e senza indennità. I Pronto soccorso diventano parcheggi per chi, Covid o no, oggi come ieri, attende, in condizioni di promiscuità che rendono difficile lo stesso distanziamento, un posto letto, risorsa tanto preziosa quanto introvabile, con le ambulanze in fila per ore, non senza rischi per i pazienti. Il tutto a scapito delle altre patologie e dei reparti no-Covid a irrimediabile rischio chiusura ed a fronte di assunzioni drammaticamente insufficienti".

La capacità massima di risposta del nostro sistema sanitario "non è infinita e deve essere al più presto aumentata, investendo in risorse umane e strumentali per renderne più difficile la saturazione, drammaticamente vicina in assenza di decisioni drastiche. Occorre assumere medici per assicurare l’assistenza ai posti letto aggiuntivi, di media e bassa complessità, da inventare ed a quelli di Terapia intensiva e sub-intensiva da aumentare, come previsto dal Decreto Rilancio", sottolinea l'Anaao.

Occorre "assumere medici per alleviare l’insopportabile aumento dei carichi di lavoro e dello stress psicofisico degli operatori in prima linea, per sostituire prontamente gli eventuali contagiati ed evitare che gli ospedali si trasformino da luoghi di cura in focolai di infezione. Occorre assumere medici e biologi per fare fronte all’incremento delle attività di laboratorio necessarie. Il primo vaccino contro il virus, è la fiducia nella tenuta del sistema sanitario. Quella fiducia che regge in vita anche la speranza verso una rapida ripresa economica e una socialità ricca e serena. Ma, seguendo la lezione di Carlo Urbani, occorre innanzitutto tutelare il personale sanitario, la risorsa più preziosa durante un’epidemia, non solo dal rischio contagio ma anche da quello del burnout o della rassegnazione. Non c’è tempo da perdere".

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