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Galli: "A Natale dimentichiamoci cenoni e veglioni"

11 novembre 2020 | 20.07
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L'infettivologo: "Aprire le discoteche fu 'liberi tutti', oggi vediamo gli esiti"

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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"Non voglio dire che gli italiani a Natale dovranno digiunare, si potranno raccogliere in piccoli gruppi, ma i grandi cenoni familiari e grandi veglioni quest'anno ce li dobbiamo dimenticare fin d'ora". Così Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco-università Statale di Milano, intervistato dal Tg4, che aggiunge: "Anche se chiudessimo tutto oggi, e riaprissimo per Natale o prima di Natale, è abbastanza evidente che se non manteniamo le precauzioni, anche dopo la riapertura cadremmo esattamente nell'errore di ferragosto, quando un'interpretazione disinvolta del 'dobbiamo convivere col virus' ha portato al risultato che il virus ha fatto festa insieme a gli italiani".

E dopo le rivelazioni sul verbale del Cts sardo che aveva dato parere sfavorevole alla riapertura dei locali da ballo nell'isola, invece riaperti prima di Ferragosto dal presidente della Regione Christian Solinas Galli sottolinea come "l'apertura delle discoteche questa estate non è stata la causa di tutto ma è stata chiaramente una specie di 'liberi tutti', che è stato poi seguito da tantissime persone senza nessuna esitazione e il risultato lo stiamo vivendo oggi".

"Non ho nessuna voglia di passare per quello che ha avuto ragione, in un caso come questo - premette Galli - ma posso dire che ero assolutamente allibito e indignato che alcuni provvedimenti fossero stati presi" quest'estate.

Sul vaccino anti-Covid "finalmente abbiamo un risultato non controvertibile. Una volta tanto mi sento piuttosto sollevato di fronte a una prospettiva che si va concretizzando, sono sempre stato e sono ancora molto cauto sul vaccino, ma la sicurezza di averlo non era totale. Ora ci avviciniamo davvero a questa prospettiva in termini non lunghissimi di tempo". Quanto ai dubbi sulla possibilità di riuscire a conservare le dosi, almeno per quanto riguarda il candidato vaccino di Pfizer/Biontech, a 70-80 gradi sotto zero, Galli osserva che "non c'è Paese al mondo che troverà facile fare una catena del freddo per grandi quantitativi di vaccino che deve essere conservato a quelle temperature. Io mi auguro che ne arrivino anche altri in contemporanea e che l'utilizzo di più vaccini ci garantisca una copertura importante e la mitica immunità di gregge, ma questa volta davvero", conclude.

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