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Sileri: "Italia zona rossa? Nervi saldi e fiducia"

12 novembre 2020 | 10.56
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"Le zone che oggi sono rosse dovranno attendere 2 settimane per beneficiare dei risultati. Sento dire che tutta l'Italia diventerà zona rossa. Io dico che, laddove queste misure funzioneranno, avranno un beneficio che si tradurrà in un passaggio dal rosso all'arancione e poi al giallo. E quindi andremo avanti con regioni che avranno bisogno di restrizioni maggiori e regioni che le hanno avute e che quindi vedranno le restrizioni alleggerite. Si chiama convivenza col virus. Nervi saldi, sangue freddo e fiducia nel sistema". A ribadirlo è stato il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri, intervenuto ai microfoni della trasmissione 'L'Italia s'è desta', su Radio Cusano Campus.

Oggi "i pazienti, non trovando risposta sul territorio, vanno in ospedale - ha spiegato - E' pur vero che pazienti asintomatici o paucisintomatici devono essere controllati nel proprio domicilio laddove la situazione lo consente, altrimenti vanno trovate soluzioni alberghiere. In ospedale vanno i sintomatici che si aggravano e necessitano del ricovero. Per questo servono chiusure laddove c'è una notevole pressione".

"E' presto per poter dire che qualcosa stia cambiando, una rondine non fa primavera", continua il ministro analizzando gli ultimi dati Covid in Italia. Sul fatto che potrebbero nascondersi nei numeri alcuni segnali positivi, infatti, precisa: "E' evidente che un calo è atteso e auspicabile, perché le misure prese, non solo quelle dell'ultimo Dpcm, è verosimile che possano aver determinato una riduzione dei contagi che poi si esprime con un calo numerico. Io aspetterei qualche altro giorno simile a ieri per parlare di riduzione dei contagi", spiega.

"Sempre meglio considerare i dati settimanalmente. Il dato giornaliero potrebbe anche illudere le persone che ce l'abbiamo fatta - puntualizza - Il trend settimanale dà invece una visione più complessiva della situazione, bisogna anche spiegare le cose per far sì che vengano accettate meglio dai cittadini".

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