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Coronavirus: nasce Heritage Preservation Lab, giovani specializzati in nanotecnologie

16 novembre 2020 | 11.20
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Coronavirus: nasce Heritage Preservation Lab, giovani specializzati in nanotecnologie

“Il nostro Paese ha bisogno di ripartire, praticando la resilienza per non soccombere a questa terribile pandemia, ma anche di iniziare a pensare di nuovo ad un futuro positivo puntando sull'eccellenza dell’Italia: i Beni Culurali. Per questo, dopo tanta esperienza maturata nel settore, abbiamo pensato di far nascere  l’Heritage Preservation Lab,  un laboratorio dedicato al restauro e  alla conservazione, un grande progetto del quale faranno parte i più noti restauratori mondiali e dove, dopo un’adeguata formazione, verranno avviati al lavoro centinaia di giovani, che si specializzeranno nelle applicazioni di nanotecnologie”. Lo ha detto Sabrina Zuccalà, direttrice del laboratorio 4ward360, in una nota inviata anche al premier Giuseppe Conte. Zuccalà sarà affiancata in questo nuovo percorso dall’ ingegnere Giulio De Matteis che si occuperà dello sviluppo tecnico.

“La nostra mission oggi - continua Zuccalà – è tentare di contribuire a dare speranza ai nostri ragazzi, tormentati per la situazione economica dell'Italia, in un momento dove è essenziale condividere le esperienze per dare un futuro al nostro Paese, che ha da sempre il più grande patrimonio mondiale artistico e culturale del mondo. E per questo, che con questa nuova azienda vogliamo creare, grazie alle nostre competenze e allo sviluppo di nanomateriali, nuove opportunità di occupazione in un settore in grande espansione e dalle altissime potenzialità. Dopo aver dunque investito nelle scorse settimane nella ricerca, per dare una mano durante l’acuirsi della pandemia, realizzando mascherine e abiti con particolari tecnologie che potevano proteggere meglio dai batteri; ora abbiamo scommesso sulla formazione per creare delle nuove figure altamente professionali. Siamo, al centro della diffusione della pandemia, ma non vogliamo più si parli solo di morti, contagiati e crisi economica, cerchiamo di dare un messaggio di fiducia.  Per questo motivo, organizzeremo webinar dedicati a questo settore, dove faremo corsi base per far conoscere il nuovo mondo di  Heritage Preservation Lab, la nostra volontà di contribuire al cambiamento”.

“D’altronde, - prosegue Zuccalà - i campi di applicazione delle nanotecnologie sono potenzialmente illimitati e tutti i settori produttivi più importanti ne saranno influenzati in maniera significativa. La ricerca e la creazione di nuovi nanomateriali creati su misura per essere applicati nella conservazione, sfruttano i concetti e le soluzioni fornite dalle nanoscienze. Questi materiali sono in grado di risolvere i problemi di degrado rispettando le proprietà fisico-chimiche degli artefatti originali, che è determinante per la stabilità a lungo termine delle opere d'arte trattate. Esistono molti esempi che dimostrano che i materiali tradizionali possono essere estremamente dannosi per le opere d'arte, ad esempio i dipinti murali trattati con polimeri acrilici o vinilici che danneggiano seriamente il ritratto, e in molti casi hanno portato alla distruzione della sua superficie. I materiali avanzati ai quali abbiamo lavorato permettono un controllo più preciso degli interventi di restauro, ad esempio la pulitura può avvenire usando microemulsioni e idrogel chimici al posto dei metodi di pulitura tradizionali. Gli approcci che proponiamo sono più affidabili di quelli tradizionali e, in alcuni casi, permettono un processo di degrado più lento e graduale” .

“Il territorio italiano - conclude Zuccalà - gode di un enorme patrimonio artistico e culturale, costituito da circa 3.500 musei, 2.000 siti archeologici, 20.000 centri storici, 40.000 rocche e castelli, 95.000 chiese e 30.000 dimore storiche. Ed è da qui che noi inizieremo”.

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