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Covid carceri, "protesta a Rebibbia per avanzata del virus"

17 novembre 2020 | 19.11
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Lo rende noto il Sappe: "Nelle ultime settimane c’è stato un netto aumento di casi di Coronavirus negli istituti penitenziari"

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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“Molti detenuti del Reparto G8 di Rebibbia si sono rifiutati di rientrare dal cortile passeggio per problemi legati alla positività al Covid 19 di due loro compagni e al conseguente isolamento sanitario cautelativo di altri che erano stati a diretto contatto. Dopo un intervento di personale di Polizia Penitenziaria e un colloquio con un vice direttore, i detenuti sono poi rientrati pacificamente nelle celle”. Lo rende noto Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, in riferimento alle diverse proteste che si sono registrate questo pomeriggio nel carcere romano di Rebibbia – Nuovo Complesso.

"Secondo gli ultimi dati diffusi dal Dap, proprio nel Nuovo Complesso di Rebibbia, i detenuti positivi al Covid-19 sono 5, solamente uno dei quali gestito all’esterno del carcere: positivi anche 14 poliziotti penitenziari ed un impiegato - si legge nella nota del sindacato - Nelle ultime settimane c’è stato un netto aumento di casi di Coronavirus negli istituti penitenziari . Gli ultimi dati forniti dall’Amministrazione Penitenziaria ci dicono che sono positivi al virus 866 poliziotti penitenziari e 758 detenuti, quasi tutti seguiti e gestiti internamente agli istituti, 70 sono i positivi tra i dipendenti civili, appartenenti alle Funzioni centrali. Probabilmente, se fossero stati raccolte le nostre grida di allarme lanciati lo scorso gennaio, avremmo potuto fronteggiare l’emergenza con i quantitativi necessari di Dpi".

"Non entriamo nel merito di eventuali amnistie, indulti e condoni - aggiunge Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria - mi limito a osservare che a poco servono se poi non seguono riforme strutturali. Piuttosto, servirebbe, ad esempio, un potenziamento dell’impiego di personale di Polizia Penitenziaria nell’ambito dell’area penale esterna. Fondamentale potenziare i presidi di polizia sul territorio, anche negli Uffici per l’Esecuzione Penale esterna, potenziamento assolutamente indispensabile per farsi carico dei controlli sull’esecuzione delle misure alternative alla detenzione, delle ammissioni al lavoro all’esterno, degli arresti domiciliari, dei permessi premio, sui trasporti dei detenuti e sul loro piantonamento in ospedale. E per farlo, servono nuove assunzioni nel Corpo di Polizia Penitenziaria”.

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