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Covid e Natale, stretta in arrivo: le ipotesi sul tavolo

15 dicembre 2020 | 07.16
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(Foto Afp)
(Foto Afp)

"La mia opinione è chiara: le nuove misure ci possono aiutare soprattutto nelle settimane delle vacanze di Natale ad evitare una terza ondata", a scongiurare "una nuova recrudescenza". A pensarla così è il ministro della Salute Roberto Speranza che, di fronte al bollettino giornaliero dei nuovi contagi e decessi da coronavirus in Italia, commenta: "Sono numeri ancora molto significativi. E' vero che nelle ultime settimane c'è stata una lieve flessione, dovuta alle misure adottate. Però la battaglia non è assolutamente vinta e ci vuole ancora tantissima cautela. Ci vuol poco a tornare indietro e a vanificare gli sforzi fatti nelle ultime settimane".

“Abbiamo già predisposto un piano dedicato alle festività natalizie, anche alla luce dei suggerimenti del Comitato Tecnico Scientifico. Ora si rende necessaria qualche ulteriore misura restrittiva. Ci stiamo riflettendo in queste ore. Dobbiamo scongiurare a ogni costo una terza ondata, perché sarebbe devastante anche sul piano della perdita di vite umane”, ha detto il premier Giuseppe Conte in un'intervista alla Stampa. “La situazione è delicata - ha aggiunto - Il sistema delle zone e la suddivisione delle regioni in base ai colori sta dando risultati. Abbiamo evitato un lockdown generalizzato, misura estrema alla quale ora è costretta la Germania e anche altri Paesi come la Gran Bretagna e l'Olanda. Per fortuna, con queste misure ben calibrate e circoscritte, noi stiamo reggendo bene l'urto di questa seconda ondata. Ovviamente mi addolora il numero dei decessi, che rimane elevato”.

L'arrivo di misure più rigide sembradunque essere una certezza, anche se - a differenza della Germania, da domani in lockdown nazionale - la curva epidemiologica sta scendendo. Ed è proprio questa, in estrema sintesi, la questione emersa durante la riunione del Comitato tecnico scientifico con il premier Giuseppe Conte, i capi delegazione delle forze di maggioranza e la ministra dell'Interno Luciana Lamorgese.

Gli esperti del comitato tecnico scientifico, nel corso della riunione, avrebbero espresso forte preoccupazione su un possibile allentamento delle misure che potrebbe pregiudicare una nuova evoluzione negativa della curva. I risultati di comportamenti sbagliati, ha sottolineato il Cts, arriverebbero proprio a gennaio e in particolare a partire dal 7 gennaio quando invece il paese dovrebbe ripartire e milioni di persone si rimetteranno in moto tra la scuola e il lavoro.

L'ipotesi è dunque quella di decretare l'Italia in zona rossa nei festivi e prefestivi, dunque 24-25-26 dicembre, 31 dicembre e primo gennaio, 5 e 6 gennaio. Ad essere convinti della necessità di un nuovo lockdown, con negozi e ristoranti chiusi e impossibilità di spostarsi, i ministri Dario Franceschini, Francesco Boccia e Roberto Speranza.

Ma non tutti nel governo sono della stessa opinione, complice l'esposizione del Cts, che chiede sì misure più rigide -"è inevitabile e ne siamo tutti convinti", spiega uno dei ministri al tavolo- ma non necessariamente una 'zona rossa' per l'Italia intera. Altro nodo da sciogliere è quello dei ristori, inevitabili se si procederà con la chiusura delle attività, ma con non pochi problemi dal punto di vista economico. Il governo tornerà ad aggiornarsi nelle prossime ore per decidere.

"Noi stiamo ragionando sulle due settimane delle vacanze di Natale: quello - ha spiegato ancora Speranza- è il periodo più complicato, in cui il tasso di spostamenti e relazioni si alza di molto, e dovremo stare più attenti". "Ascolteremo con attenzione i nostri scienziati e l'auspicio è che in poco tempo si possano assumere ulteriori misure in grado di scongiurare una terza ondata", ha aggiunto.

"Dobbiamo assolutamente evitare gli assembramenti. E' legittimo che le persone possano fare acquisti, ma dobbiamo evitare gli assembramenti, non andare tutti nello stesso posto. Quando si vede che ci sono luoghi con tante persone - raccomanda il ministro della Salute commentando le immagini dello scorso weekend - si devono evitare, se non vogliamo poi essere costretti a restrizioni molto dure".

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