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Vaccino covid, Galli: "Immunità già dopo prima dose"

23 dicembre 2020 | 09.14
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"Già dopo la prima somministrazione di vaccino" si avrà una prima immunità, “ma dovranno passare comunque alcuni giorni. In condizioni naturali gli anticorpi si riscontrano in titolo ragionevole dopo una decina di giorni dalla comparsa dei sintomi". Così su Sky TG24 Massimo Galli, direttore del reparto malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. "Un vaccino di solito costringe il fisico a una risposta immunitaria più potente, valida e immediata rispetto ad un’infezione naturale, per cui dovremmo avere una risposta immunitaria rapidamente", aggiunge.

"I dati sul primo vaccino a disposizione –afferma- ci dicono che le persone vaccinate sono state protette fin dall’inizio. Il numero di casi di infezione avuti nell’arco dei primi 21 giorni dalla vaccinazione è già nettamente inferiore rispetto al gruppo placebo". Quanto a dubbi e perplessità sul vaccino, e alle posizioni dei no-vax, "chi ha una posizione ideologica contro i vaccini non verrà facilmente convinto, chi semplicemente rischia di essere vittima di informazioni fuorvianti, potrà avere, attraverso una campagna di informazione capillare e ben fatta, le informazioni giuste - ha detto Galli - Il vaccino è la vera exit strategy da questa pandemia, bisogna affrettarsi nei limiti del possibile a farlo. È evidente che una volta fatta la seconda dose, avendo gli anticorpi, si avranno anche dei ‘privilegi’, anche se è un termine che non mi piace. Si sarà nella condizione di essere molto più liberi nei confronti di qualsiasi restrizione rispetto alle persone che continueranno a non essere vaccinate”.

Il vaccino anti covid "ha ampie garanzie di efficacia e sicurezza, e vaccinarmi non è niente di eroico, è un atto dovuto. Il mio è anche un dovere sociale nella prospettiva di raggiungere l'immunità di gregge che ci toglierà da un guaio mai finito altrimenti, e ci permetterà di vivere finalmente le nostre esistenze, in particolare quelle dei più anziani". E' un po' una luce in fondo al tunnel? "Un pochino di più: se riusciremo nell'arco del prossimo anno a raggiungere un numero sufficiente di vaccinati e immunizzati - afferma Galli - costruiremo un muro contro il quale Covid non potrà fare altro che battere il capo e ritirarsi".

"Il processo di vaccinazione dell’intera popolazione - ha spiegato l'infettivologo - è un processo lungo e tra l’altro è un cimento, una specie di gara, a cui non abbiamo mai partecipato. È una cosa che viene organizzata con questo tipo di estensione in assoluto per la prima volta".

"Non siamo mai stati – ha detto ancora Galli - nella condizione di dover fare un’operazione di questo tipo, quindi ci si possono aspettare criticità di ogni genere, nei confronti delle quali però bisognerà avere un atteggiamento positivo, altrimenti non si va da nessuna parte". "Non riusciremo a vaccinare abbastanza persone entro il mese di gennaio", per contenere la terza ondata, ha aggiunto.

“A costo di essere noioso – ha aggiunto - ribadisco che tocca individualmente anche a tutti noi cercare di restare fuori dai guai, muoverci il meno possibile, avere un comportamento ragionevole e ragionato per contenere il fenomeno. Dobbiamo cercare di non ‘allungare il brodo al virus’ non favorirlo nel rimanere tra noi. Lo vorremmo fuori il prima possibile, ma per farlo dobbiamo darci il tempo per la vaccinazione, che prenderà i suoi tempi perché è un’opera titanica. Bisogna collaborare".

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