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Covid, Galli: "Riaccensione epidemia disastro per piano vaccini"

15 gennaio 2021 | 08.30
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L'esperto: "Complicherebbe campagna profilassi ma chi ci governa non sembra badare a questo"

(Foto Afp)
(Foto Afp)

Il timore più grande in questa fase dell'emergenza coronavirus è "che i segnali degli ultimi giorni ci portino a una riaccensione dell'epidemia in maniera netta, e questo sarebbe un importante disastro anche perché andrebbe a interferire con la campagna vaccinale e ce la renderebbe più difficoltosa". Così a Sky Tg24 Massimo Galli, infettivologo dell'ospedale Sacco e dell'università degli Studi di Milano. "Purtroppo - osserva l'esperto - non sembra che ci sia una vera polarizzazione a badare a questo da parte di chi dovrebbe governarci in generale".

Galli non ha dubbi sulla necessità di "vaccinare" contro Covid-19 "i ragazzi e i bambini, anche i più piccoli, appena possibile": "Lo farei, perbacco sì", ha detto l'infettivologo. Parlando di come fare per consentire agli studenti di ritornare al più presto a scuola, Galli spiega che "realisticamente il discorso trasporti, che è un discorso clou, non riusciremo a gestirlo in assoluta sicurezza, anzi credo che i progressi fatti siano piuttosto ridotti. Quindi non vedo che due vie: tentare, ovunque sia possibile, una diagnostica estesa per l'identificazione rapida di eventuali problemi nell'ambito delle persone che vanno a scuola, e rendere più rapida possibile la vaccinazione per lo meno degli insegnanti e del personale, per poi eventualmente ragionare anche sui ragazzi". Perché al momento, secondo le indicazioni delle agenzie regolatorie sui vaccini autorizzati sul mercato europeo, "il vaccino lo possiamo fare solo dai 16 anni in su e non abbiamo la possibilità di farlo ai più piccoli", ricorda l'esperto che tuttavia potendo vaccinerebbe anche loro.

"Più giovane sei e meno facilmente ti infetti e meno facilmente ti ammali gravemente - sottolinea ancora l'esperto - Però comunque, come succede per altre infezioni, il pool dei giovani, dei bambini e anche dei piccolissimi, che hanno molte interazioni sociali tra di loro, è un serbatoio importante per l'infezione di tutto il resto della popolazione e dei più anziani. Si è discusso per anni se vaccinare i bambini per l'influenza e ci si è arrivati solo quest'anno in Italia, mentre in altri Paesi lo si fa da tempo".

Quanto alla gestione delle vaccinazioni anti-Covid in Gran Bretagna, dove per l'imperversare della variante inglese di Sars-CoV-2 si è scelto di fare solo la prima dose di vaccino a più persone rimandando il richiamo, "è un razionamento da tempo di guerra" perché "su questo proprio non ci sono dati" scientifici che lo giustifichino.

"In Gb hanno una situazione talmente grave che" con il vaccino "hanno fatto una cosa da gente alla canna del gas", osserva l'esperto. "Che un Paese come la Gran Bretagna si riduca a questo è un punto esclamativo da mettere su una situazione che, se noi riuscissimo a evitare, sarebbe una gran bella cosa. E uno degli elementi per cominciare a evitarla è non vaccinare per forza quelli che non hanno bisogno della vaccinazione perché si sono già infettati e sono guariti", ripete Galli ribadendo ancora una volta la propria posizione in merito.

A chi gli chiede se è preoccupato all'idea che la variante inglese del nuovo coronavirus, più contagiosa, possa prendere piede anche in Italia come nel Regno Unito, lo specialista risponde di sì, di esserlo "come tutti, credo. Sarebbe un altro elemento facilitante la diffusione del virus ed è un dato già scontato che questa variante sia presente già da noi. Forse ci è andata bene - riflette Galli - perché tutto sommato i nostri sforzi fino adesso, per quanto non coronati da completo successo, sono stati certamente migliori ai fini del contenimento dell'infezione di quelli fatti in Gran Bretagna dove da diversi giorni sono oltre i 50mila casi" quotidiani di nuovi positivi "e forse solo ieri ne hanno avuti 47mila".

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