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La psicologa: "Blackout challenge? Sui social dal 2012, mai abbassare la guardia"

22 gennaio 2021 | 13.44
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(Fotogramma)
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"Le challenge sono delle sfide che si lanciano in rete e che attirano soprattutto i più piccoli. Spesso vengono inviate attraverso le chat o viste nelle piattaforme online. Sono ormai presenti da anni in rete e ciclicamente si rigenerano. Di 'blackout challenge' per esempio se ne parlava già nel 2012". A dirlo all'Adnkronos la psicoterapeuta e presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza Maura Manca parlando del gioco estremo su TikTok, che sarebbe stato fatale per una bambina di 10 anni di Palermo. Non dunque una novità, anche se oggi questo tipo di prove si sono spostate maggiormente su TikTok, "perché è la piattaforma più scaricata al mondo, qualche anno fa erano su YouTube", ricorda la psicologa. Attenzione, "non vanno sottovalutate neanche le chat di messaggistica come Whatsapp attraverso le quali i bambini si mandano tantissimi contenuti non idonei per i minori", aggiunge.

"Purtroppo all’interno di queste piattaforme, soprattutto su TikTok, navigano troppi bambini che possono entrare in contatto anche con contenuti che non sono in grado di filtrare e di valutare in maniera critica. Il fatto che sappiano usare uno smartphone non significa che abbiano la consapevolezza di quello che stanno facendo - sottolinea Manca - Non hanno ancora sviluppato la capacità di discernimento, non hanno un senso del limite e rischiano di imitare qualcosa e di non essere in grado di percepirne la reale pericolosità o di capire quando non ci si deve spingere oltre. Per questo non devono accedere ai social network da soli, nonostante poi il limite di età sia 13 anni. Per loro è divertente, fanno parte di una comunità e quando ci si diverte si abbassa il livello di percezione del pericolo".

I genitori, da parte loro, devono stare quindi al passo, "non sottovalutare i potenziali rischi". Se non conoscono tali sfide in rete, "difficile intervenire prima", ragiona la psicologa. "Pensano erroneamente, e anche ingenuamente, che al proprio figlio non possano accadere cose così terribili. Mai abbassare la guardia, bisogna essere sempre informati sulle mode del momento - esorta Manca - Oggi i bambini sono bombardati e il rischio potenziale è molto alto. Per questo motivo vanno educati fin da bambini con dei limiti importanti nella navigazione, un monitoraggio continuo delle loro azioni e un’analisi dei contenuti, per portarli a sviluppare una consapevolezza digitale". Quanto ai social, l'esperta osserva che "per una piattaforma online è impossibile riuscire a bloccare tutti i contenuti potenzialmente pericolosi, per quanto soprattutto TikTok sia attentissimo soprattutto ai minori".

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