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Scuola, rientro in classe in cinque regioni: riprendono le proteste

25 gennaio 2021 | 07.40
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Superiori in presenza al 50% in Umbria, Marche, Liguria e Lombardia, tornata arancione. In Campania a scuola i ragazzi delle medie

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Rientro in classe oggi per gli studenti di altre cinque regioni. Oggi infatti la campanella suona per i ragazzi delle superiori di Umbria, Liguria, Marche, Lombardia e per i ragazzi delle medie della Campania. Rientro in aula anche per gli alunni lombardi di seconda e terza media appena passati in zona arancione.

Attesa per il 1° febbraio la riapertura delle scuole superiori di Campania, Puglia, Sardegna, Basilicata, Veneto, Calabria, Friuli Venezia Giulia. Già in classe gli studenti della Valle d’Aosta, Toscana, Piemonte, Emilia Romagna, Abruzzo, Molise, Lazio. Gli studenti della Sicilia, in zona rossa, sono invece in didattica distanza dalla seconda media alle superiori. A Bolzano, nonostante l’area rossa, la scuola continua in presenza.

Con i rientri di questa settimana salgono a 14 le Regioni che hanno ripreso - se pur con difficoltà e in molti istituti "a singhiozzo" - le lezioni in aula: i primi a tornare a scuola dopo le vacanze di Natale erano stati gli studenti delle Province autonome di Trento e Bolzano (il 7 gennaio), seguiti da quelli di Valle d'Aosta, Toscana e Abruzzo (l'11 gennaio) e infine di Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Molise (18 gennaio). Tra una settimana, come già stabilito, dovrebbe essere la volta di Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Veneto, Sardegna, Calabria, Campania (solo superiori) e Puglia.

E prosegue la protesta del comitato Priorità alla Scuola. Domani manifestazioni in 23 città: Firenze, Milano, Roma, Bologna, Genova, Napoli, Cremona, Prato, Bari, Massa Carrara, Salerno, Modena, Reggio Emilia, La Spezia, Pisa, Trieste, Mantova, Catania, Siracusa, Ancona, Vicenza, Padova, Venezia. “Il 25 gennaio è il giorno in cui chiudono le iscrizioni alle scuole per l’anno scolastico 2021-22. Questa data rappresenta l’occasione giusta per porre fine alle cosiddette “classi pollaio”, la riduzione del numero di alunni per classe è una condizione prioritaria per garantire una scuola di qualità per tutti, insieme all’incremento degli spazi scolastici e dell’organico di docenti e personale ATA“, scrivono in una nota.

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