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Veneto zona gialla, Zaia: "No ordinanza assembramenti"

01 febbraio 2021 | 14.29
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Il presidente della Regione: "Voglio investire fino in fondo nella fiducia nei cittadino, non fare a 'guardie e ladri'"

Foto Fotogramma
Foto Fotogramma

Nessuna ordinanza anti assembramenti per ora in Veneto, da oggi di nuovo in zona gialla. Lo ha detto il presidente della Regione, Luca Zaia: "Oggi non presento alcuna nuova ordinanza contro gli assembramenti, voglio fino in fondo investire nella fiducia sui cittadini e tendere una mano e non fare a 'guardie e ladri'", ha spiegato Zaia.

"Vedremo come andrà il fine settimana. Ma il vero tema è sempre quello dell'assembramento. E mi preoccupa anche questa 'stagione del semaforo' -ha avvertito Zaia-: giallo, arancione e rosso. Con il giallo che viene spesso interpretato come 'verde', ovvero 'via libera'. Dovremmo uscire da questa logica delle regole dettate dal colore", ha sottolineato Zaia, avvertendo che "il trend in discesa è confermato, ma da oggi cambia 'lo schema di gioco': entriamo in uno scenario diverso dove pesa molto di più la responsabilità individuale dei cittadini che prima era compensata dalle misure restrittive".

"Da oggi siamo in zona gialla. E la preoccupazione è grande e per questo -ha detto- da oggi occorre stringere ancora di più 'un patto con i cittadini': dico loro 'diamoci una mano' anche perché non c'è più una gradualità, si passa velocemente da una zona a basso rischio, a rischio medio e a rischio alto con maggiori restrizioni".

Zaia ha stigmatizzato duramente "le immagini delle folle oceaniche nelle grandi città viste ieri, sono qualcosa di aberrante".

Poi, sulle scuole, ha annunciato: "In Veneto a breve verrà avviato un monitoraggio con test nelle scuole sul grado di circolazione del virus. In giornata ultimerò l'ordinanza per il monitoraggio e il trattamento dei casi positivi: una delle misure prevede che il ragazzo positivo vada a casa in quarantena, mentre ai suoi compagni viene fatto il tampone e rimangono in aula".

Il presidente del Veneto si è detto 'preoccupato' dell'avvio delle scuole superiori in presenza, seppure al 50 per cento "perché stiamo parlando di 250mila persone tra studenti, insegnanti e operatori scolastici".

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