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Malesia, leader opposizione accusa: "Governo nasconde le informazioni"

04 aprile 2014 | 15.10
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Malesia, leader opposizione accusa:

Il governo della Malesia sta deliberatamente occultando informazioni che potrebbero contribuire a spiegare cosa è accaduto al volo MH370 scomparso l'8 marzo scorso con 239 persone a bordo. La pesante accusa parte dal leader dell'opposizione di Kuala Lumpur, Anwar Ibrahim, in un'intervista al Telegraph in cui getta un'ombra sull'inchiesta ufficiale e sostiene che il "sofisticato" sistema radar del Paese avrebbe identificato il volo dopo il suo cambiamento di rotta.

Anwar, che conosceva personalmente il pilota ai comandi del Boeing 777 della Malaysia Airlines sparito senza lasciare traccia, lancia un appello chiedendo che una commissione internazionale assuma la direzione dell'operazione condotta dalla Malesia perché "in gioco c'è l'integrità dell'intera nazione". Ibrahim ricorda di aver personalmente autorizzato - in qualità di ministro delle Finanze nel 1994 - l'installazione di "uno dei più sofisticati" sistemi radar del mondo, basato vicino al Mar cinese meridionale e che copre il territorio continentale e costiero del Paese. Non solo "è inaccettabile, ma anche impossibile e non immaginabile" che l'aereo non sia stato visto dal sistema radar Marconi immediatamente dopo la sua virata. Il radar avrebbe immediatamente individuato l'aereo mentre sorvolava da est verso ovest "almeno 4" province malesi.

Per il leader di opposizione è "sconcertante" il fatto che l'aeronautica del Paese "sia rimasta in silenzio". "Ci dovrebbero volere tre minuti in base alla SOP (procedura operativa standard) per muovere gli aerei dell'aeronautica. E non vi è stata risposta", ha detto, aggiungendo: "Non avremo la sofisticatezza degli Stati Uniti o del Regno Unito, ma siamo in grado di proteggere i nostri confini".

Anwar afferma poi che le famiglie dei 153 cinesi a bordo del velivolo hanno tutto il diritto di chiedere informazioni al govero malese, che ha permesso che un'operazione internazionale di ricerche proseguisse per una settimana in un punto che - e doveva saperlo - era quello sbagliato. "Perché non abbiamo avvertito cinesi e vietnamiti che l'operazione di ricerche doveva interrompersi nel Mar cinese meridionale lasciandoli spendere milioni in ricerche che sapevano bene che non si svolgevano sul posto in cui doveva trovarsi l'aereo?". Per Anwar, il fatto che il governo ancora non sappia cosa sia accaduto al velivolo mentre c'è il rischio che tra poco le scatole nere cessino di emettere il segnale che le rende reperibili rivela "come minimo incompetenza" se non una deliberata "intenzione di sopprimere informazioni chiave".

"Purtroppo il modo in cui la vicenda è stata gestita dopo i primissimi giorni è chiaramente sospetta. Resta un fatto. Chiaramente sono considerate mancanti informazioni essenziali alla nostra comprensione". "Credo che il governo sappia più di noi". Anwar allude anche nell'intervista alla possibilità che vi sia stata una complicità da terra, ma su questo punto resta più vago: "Potrebbe essere accaduta qualunque cosa. Non sono in condizioni di pronunciarmi sulla possibilità che loro (le autorità) siano state complici di un atto terroristico".

Le parole di Ibrahim non hanno mancato di suscitare reazioni, con una fonte vicina al governo di Kuala Lumpur convinta che Anwar stia tentando di sfruttare la tragedia per trarne benefici politici. "Il governo ha il dovere nei confronti delle famiglie di non divulgare informazioni non confermate e che generino false speranze", afferma. "In ogni fase abbiamo seguito i protocolli di inchiesta internazionali. La situazione non ha precedenti e le ricerche sono state condotte bene. Il governo sta coordinando un'enorme operazione". La fonte del governo respinge naturalmente le accuse: "Non appena le informazioni erano confermate, venivano divulgate".

Anwar, 66 anni, è stato vicepremier della coalizione di governo malese ma dopo essere entrato in rotta con i vertici del Paese è stato accusato di sodomia e incarcerato due volte. Ora è alla guida di una coalizione di partiti pro-democrazia. Il pilota dell'aereo, il capitano Zaharie Ahmad Shah, era un grande sostenitore della coalizione di opposizione di Anwar. E' stato descritto da qualcuno come un fanatico, capace di dirottare un aereo per disperazione dopo che poche ore prima della partenza del volo erano state confermate le accuse contro Anwar, una tesi contestata con forza sia dal leader di opposizione sia dalla famiglia del pilota. "Se si dice o suggerisce che il pilota possa esser stato coinvolto che dire delle informazioni tenute nascoste? Non potrebbe aver nascosto le registrazioni radar. Non potrebbe aver dato istruzioni all'aeronautica di rimanere in silenzio. O al primo ministro. L'inchiesta deve essere approfondita e aperta", ha dichiarato Anwar, secondo il quale per "salvare l'immagine del Paese e il Paese stesso" bisognerebbe istituire una commissione internazionale formata da rappresentanti dei paesi i cui cittadini si erano imbarcati sul volo: cinesi, vietnamiti, malesi ed australiani.

Intanto a partire da oggi le ricerche del volo MH370 non si concentreranno più sulla superficie dell'Oceano. Stando a quanto annunciato dal coordinatore delle ricerche, Angus Houston, una nave australiana e una britannica sono impegnate in un'operazione congiunta di ricerche in profondità.

Le imbarcazioni si servono di apparecchiature che possono captare a grande distanza i segnali delle scatole nere dell'apparecchio. Le navi convergeranno verso un punto centrale perlustrando il fondale lungo un percorso di complessivi 240 chilometri. Si teme che il segnale della scatola nera possa cessare di funzionare a metà aprile.

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