Gli italiani di Crimea non sono tra i popoli citati dal presidente russo Vladimir Putin, che due giorni fa ha firmato un decreto con il quale riabilita tatari, bulgari, greci, armeni e tedeschi deportati durante la Seconda guerra mondiale con l'accusa di collaborare con i tedeschi. "Gli italiani non ci sono - chiarisce all'Adnkronos Giulia Giacchetti Boico, presidente dell'Associazione Cerkio di Kerch, porto della Crimea dove è concentrata la presenza italiana - La nostra lotta non è finita, siamo contenti per gli altri popoli che hanno ottenuto quello che volevano, ma vinceremo anche noi".
Dal 16 marzo scorso, giorno in cui oltre il 90% della popolazione della penisola ha votato per il distacco dall'Ucraina e l'annessione alla Russia, "ho già scritto cinque lettere al Parlamento ed al governo della Crimea - racconta - e ho inviato tre richieste a Putin, cui abbiamo anche mandato una domanda il giorno in cui rispondeva direttamente ai cittadini, ma non abbiamo ricevuto risposta". "Ieri ci hanno fatto sapere che stanno esaminando la nostra richiesta - dice Giacchetti Boico - Speriamo che ci sia un decreto di riconoscimento anche per noi". (segue)