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Testimone nel processo Pistorius: "Dopo aver sparato a Reeva, Oscar era disperato"

05 maggio 2014 | 17.06
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Testimone nel processo Pistorius:

Johannesburg, 5 mag. (Adnkronos/Ign) - "Era distrutto, disperato". Così un testimone del processo contro Oscar Pistorius ha descritto la disperazione dell'atleta paralimpico dopo che la sera del 14 febbraio 2013 uccise la sua fidanzata Reeva Steenkamp, sparandole attraverso la porta del bagno di casa sua a Pretoria. Johan Stander, custode del complesso residenziale di lusso dove viveva il velocista 27enne, e sua figlia Carice Viljoen sono stati convocati a testimoniare dalla difesa di Pistorius, il quale ha sempre dichiarato di aver aperto il fuoco perché convinto che dietro la porta si trovasse un intruso e non la sua fidanzata.

LA TELEFONATA - Stander è stata la prima persona che l'atleta chiamò dopo la tragica sparatoria. "Per favore, per favore vieni a casa mia. Ho sparato a Reeva, pensavo fosse un intruso. Per favore sbrigati a venire", avrebbe detto l'imputato secondo quando riferito dal testimone. Ma non è tutto. Viljoen avrebbe anche detto a Stander di avere sentito qualcuno urlare.

LA TESTIMONIANZA - Una volta arrivati a casa di Pistorius, i due lo avrebbero trovato mentre scendeva le scale con la donna ferita tra le braccia. "Era distrutto, disperato... stava supplicando. E' veramente difficile per me descriverlo. Il suo impegno - ha detto Stander, mentre cercava di trattenere l'emozione - per salvare la vita della ragazza... quando le ha messo le dita in bocca, pregava Dio di tenerla in vita".

L'ACCUSA - "Diceva - ha raccontato Viljoen - 'stai con me amore mio' e ha continuato a implorare Dio affinché la salvasse. Gli ho chiesto cosa fosse successo e ha detto 'credevo fosse un intruso'". I due testimoni avrebbe poi cercato di tamponare la vittima con degli asciugamani. "Avevo paura che Oscar andasse di sopra e si sparasse" ha detto ancora Viljoen durante il processo, iniziato il 3 marzo, ripreso dopo una pausa di due settimane. Se ritenuto colpevole di omicidio premeditato, Pistorius, che più di una volta durante il processo ha pianto e si è sentito male, rischia l'ergastolo.

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