Ankara, 8 feb. - (Adnkronos/Aki) - Mentre molti leader occidentali si sono mantenuti alla larga da Vladimir Putin in occasione dell'apertura, ieri, dei Giochi olimpici invernali di Sochi, il premier turco Recep Tayyip Erdogan e' arrivato nella citta' russa a capo di una folta delegazione e ha avuto un colloquio con il presidente russo insieme al suo ministro dell'Energia, Taner Yildiz. Al centro dei colloqui, l'importazione del gas russo. Ed e' sintomatico che, solo una settimana fa, piu' o meno la stessa formazione si era recata in Iran, secondo fornitore di gas alla Turchia dopo la Russia. La richiesta, a Sochi come a Teheran, e' stata quella di condizioni piu' vantaggiose per l'acquisto del gas.
La Russia e' il paese con il piu' alto tasso di export verso la Turchia. Il suo valore e' di circa due miliardi di dollari al mese, in gran parte sotto la voce 'gas'. Nelle ultime settimane, la grave crisi politica con cui Ankara si confronta ha prodotto un crollo del valore della lira e di conseguenza una ridotta capacita' del paese di approvvigionarsi di risorse energetiche dall'estero. La Turchia, che conosce da anni una significativa crescita economica, e' tuttavia quasi del tutto priva di idrocarburi, per il cui acquisto lo scorso anno ha speso 56 miliardi di dollari.
Ecco quindi che il partenariato con la Russia si fa strategico. Interpellato dal Financial Times, David Tonge, della societa' di consulenza specializzata in energia Ibs, con sede a Istanbul, ha ipotizzato che Gazprom, la compagnia russa che rappresenta il maggiore estrattore al mondo di gas naturale, possa concedere a Erdogan una dilazione dei pagamenti o un'estensione dei contratti a lungo termine gia' sottoscritti. Con la sua posizione geografica strategica, in cambio la Turchia potrebbe offrire molto a Mosca. Senza contare il ruolo che la Russia svolgera' nella costruzione della prima centrale nucleare turca o la tassazione privilegiata che, secondo la stampa di Ankara, Erdogan potrebbe concedere agli investitori russi.
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