Le vittime a Nablus, Ramallah e sulle alture del Golan. Continuano le operazioni per la ricerca dei tre giovani israeliani rapiti nei giorni scorsi
Militari dell’esercito israeliano hanno ucciso due palestinesi in Cisgiordania nel corso di operazioni per la ricerca dei tre giovani israeliani rapiti nei giorni scorsi. A Nablus, riferisce l’agenzia palestinese Maan, l’uomo che è stato ucciso si stava recando in Moschea. L’esercito israeliano sostiene che si era avvicinato ai soldati in maniera minacciosa e non si era fermato ai colpi di avvertimento che erano stati esplosi dai militari. Il secondo palestinese ucciso, riferisce sempre Maan, è stato colpito a morte da un cecchino israeliano a Ramallah. Altre 11 persone sono invece rimaste ferite in scontri con i soldati dello Stato ebraico.
In un’esplosione che ha colpito un veicolo civile al confine tra Israele e la Siria, sulle alture del Golan, è invece rimasto ucciso un ragazzo israeliano di 15 anni e altre due persone sono rimaste ferite, tra cui il padre della vittima. Lo riferiscono fonti militari israeliane. Non è ancora chiaro, riporta il quotidiano Haaretz, se l’esplosione sia stata provocata da un ordigno piantato nel terreno o da un colpo di mortaio. L’esercito israeliano ha risposto all’attacco facendo aprire il fuoco ai carri armati piazzati lungo il confine. I feriti sono stati evacuati in elicottero e condotti all’ospedale di Safed.