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Ticchettio e nastri d'inchiostro, è revival per la macchina da scrivere (non solo contro le spie)

28 luglio 2014 | 17.38
LETTURA: 3 minuti

La casa tedesca Olympia prevede di vendere 10mila macchine entro la fine dell'anno, il doppio del 2012. I primi a rivalutarla sono stati i russi, subito dopo lo scandalo delle intercettazioni della National Security Agency: il servizio di Protezione Federale aveva annunciato di averne comprate 20 per scrivere documenti sensibili

(fermo immagine da 'The Roving Typist')
(fermo immagine da 'The Roving Typist')

Sembrava destinata a morte certa di fronte all'avvento del computer, ma la macchina da scrivere sta dimostrando un'insospettabile vitalità. Non si tratta solo di difendersi dalle spie informatiche; anche molti ragazzi, creativi e hipster, sentono il fascino del ticchettio dei tasti, secondo quanto scrive il 'Financial Times'.

Diecimila Olympia - Fatto sta che la casa tedesca Olympia prevede di vendere 10mila macchine da scrivere entro la fine dell'anno, il doppio del 2012.

I russi - I primi a rivalutare la macchina da scrivere sono stati un anno fa i russi. Subito dopo l'inizio dello scandalo delle intercettazioni della National Security Agency americana (Nsa), il Servizio russo di Protezione Federale (Fso), che assicura la protezione dei vertici del governo, ha annunciato di averne comprate 20 per la scrittura di documenti sensibili.

I tedeschi - Il mese scorso anche Patrick Sensburg, capo della commissione parlamentare tedesca che indaga sullo scandalo Nsa, ha detto di voler ricorre a macchine da scrivere. E Diehl Group, una società tedesca nel campo della sicurezza, ha dichiarato di farlo da tempo.

Il venditore Usa - Stavo per chiudere "ma dal 2001 gli affari sono ripresi" racconta Tom Furrier, che ha un negozio per la vendita e la riparazione di macchine da scrivere in Massachussets. Un terzo dei suoi clienti, racconta, sono giovani sotto i 30 anni. Sono cresciuti a suon di videogiochi e ora si divertono a pestare sui tasti. Magari perché alla macchina da scrivere uno si distrae meno, senza mail e senza Facebook. O perché correggere gli errori è più laborioso e, alla fine, si riflette su quello che si scrive.

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