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Caso marò, la Croce Rossa chiede di aprire un dialogo umanitario

29 luglio 2014 | 14.43
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Il Comitato Internazionale ha dato la propria disponibilità alle famiglie di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone: "Ma solo se ci daranno l'autorizzazione"

(Xinhua)
(Xinhua)

Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha dato la propria disponibilità alle famiglie dei due fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, da due anni trattenuti in India, ad esaminare la vicenda sotto il profilo umanitario e iniziare un dialogo con gli Stati interessati. "Ma non si muoverà un passo se non dopo l'autorizzazione dei due fucilieri e delle loro famiglie", assicura Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana.

"Il comitato internazionale - chiarisce Rocca - ha solitamente un mandato per intervenire nelle situazioni di conflitto, valutare se le condizioni dei detenuti rispettiamo le convenzioni internazionali. Nella vicenda che riguarda i due militari italiani, ci troviamo in una situazione ibrida che sotto il profilo del diritto viene trattata non secondo il diritto dei conflitti ma come diritto interno dello Stato indiano. Ed è proprio la questione che andrebbe esaminata con le parti".

"Al momento - prosegue il presidente della Cri - non c'è stata alcuna risposta da parte delle famiglie dei marò ma la disponibilità del comitato è arrivata da poco, quindi pensiamo che debbano avere il tempo di valutare la proposta". Una volta che le famiglie avranno accettato la disponibilità del comitato "si avvierà una fase di dialogo con i governi, italiano e indiano, per cercare di risolvere e mediare la situazione".

Il dialogo, una volta avviato, "avviene sempre su base confidenziale tra il comitato internazionale e i governi", che sono stati già "informati della disponibilità del comitato. Noi come Croce Rossa Italiana - rimarca il presidente Rocca- non abbiamo alcun mandato su questa vicenda, abbiamo solo risposto alle richieste della società civile e alle persone che ci hanno scritto chiedendoci di occuparci della questione dei due fucilieri di marina italiani, in India da oltre due anni".

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