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Nelle mani dell'Isil anche le due italiane. Il papà di Vanessa: "Le rivedremo a breve"

21 agosto 2014 | 09.01
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Secondo la stampa britannica, tra gli ostaggi nelle mani dei jihadisti ci sarebbero anche due donne, presumibilmente le cooperanti Vanessa Marzullo e Greta Ramelli. Il genitore all'Adnkronos: "Mi sento tranquillo". Stampa araba: "Stanno bene, presto libere". Gli Usa provarono a liberare Foley e gli altri rapiti, ma l'operazione non andò a buon fine perché i sequestrati non erano sul posto.Rispunta 'lady al-Qaeda', Isil voleva lo scambio con Foley. Il reporter decapitato da un militante che potrebbe essere britannico.

Vanessa Marzullo e Greta Ramelli
Vanessa Marzullo e Greta Ramelli

Ci sono anche due donne italiane tra i quattro ostaggi stranieri sequestrati dai militanti dello Stato islamico vicino Aleppo negli ultimi giorni. E' quanto riporta il Guardian, sottolineando che sale quindi a oltre 20 il numero dei cittadini stranieri nelle loro mani. Oltre alle italiane, si legge, ad essere catturati sono stati un danese e un giapponese, ma nessuno dei quattro viene identificato con nome e cognome. Si tratta di giornalisti, fotografi o operatori umanitari e sarebbero stati presi vicino Aleppo o Idlib, per poi essere trasferiti a Raqqa, roccaforte dell'Isil nel nord della Siria.

Anche se il Guardian non rivela chi siano le due italiane, è presumibile che si tratti delle due cooperanti Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, scomparse all'inizio del mese ad Aleppo, dove si trovavano per seguire dei progetti umanitari indipendenti nel settore sanitario e idrico.

Il papà di Vanessa: "Le rivedremo presto" - "Sono tranquillo, credo che a breve rivedremo Vanessa e Greta". A parlare è Salvatore Marzullo, padre di Vanessa che, contattato dall'Adnkronos, si è detto "fiducioso e ottimista".

"Nelle ultime ore - spiega - abbiamo sentito voci contrastanti sulla loro liberazione. Alcuni le danno ancora prigioniere, altri dicono che siano già libere. La verità è che in questo momento - continua il papà di Vanessa - noi non sappiamo nulla di certo, ma io oggi mi sento tranquillo e credo che a breve le rivedremo a casa".

Marzullo nega di aver ricevuto notizie dalla Farnesina: "Non ci hanno ancora contattato. Credo che lo faremo noi, a questo punto". Al-Quds al-Arabi, il quotidiano panarabo edito a Londra, in un articolo da Idlib, nel nordovest della Siria, datato 19 agosto, scriveva che Vanessa e Greta "stanno bene". Il giornale cita una fonte della "sicurezza" del gruppo di ribelli islamici 'Ahrar Sham' nella periferia di Idlib, secondo cui sarebbe stato catturato "uno dei rapitori delle ragazze italiane" ed è "possibile che nelle prossime ore" il gruppo liberi "le ragazze dai rapitori". Stando alla fonte del giornale panarabo, uno dei rapitori "è stato arrestato vicino alla cittadina di Sarmada, al confine con la Turchia" e il gruppo 'Ahrar Sham' "ha scoperto che negoziava con le autorità italiane con contatti telefonici per ottenere un riscatto". "Le due ragazze erano sotto la protezione di una brigata dell'opposizione siriana e i rapitori erano due membri di quella stessa brigata che proteggeva le ragazze", ha detto la fonte.

Blitz non riuscito - Le forze speciali degli Stati Uniti hanno condotto, senza successo, un'operazione per salvare il fotoreporter James Foley - decapitato da un militante dello Stato islamico che ha diffuso in un video su Internet i suoi ultimi istanti di vita - ed altri americani detenuti in Siria da uomini dello Stato islamico. Lo rivelano, si legge sul sito del Washington Post, due alti funzionari dell'amministrazione Obama, precisando che l'operazione è avvenuta questa estate.

Il tentativo, in cui sono state coinvolte diverse decine di commando americani, uno dei quali è rimasto ferito in uno scontro a fuoco violento con i militanti, è la prima operazione di terra nota degli Stati Uniti in Siria da quando nel Paese è iniziata la guerra civile.

Il presidente Usa Barack Obama "ha autorizzato all'inizio di questa estate un'operazione per cercare di salvare cittadini americani detenuti dall'Isil", ha spiegato uno dei funzionari, precisando che il tentativo non ha avuto successo perché "gli ostaggi non erano sul luogo dell'operazione". Secondo altri funzionari, gli ostaggi sarebbero stati spostati prima del raid, forse alcune settimane prima.

A seguito dell'annuncio dell'operazione, si legge ancora sul Washington Post, anche la Casa Bianca ed il Pentagono hanno confermato che Obama aveva autorizzato la missione in seguito alle valutazioni che "questi ostaggi erano in pericolo ogni giorno che passava".

Oltre a non precisare il luogo dove è avvenuta l'operazione, i due funzionari non hanno rivelato il numero degli americani trattenuti insieme a Foley, ma si ritiene che siano almeno quattro, uno dei quali il giornalista freelance Steven Joel Sotloff, che appare nel video insieme al giornalista decapitato.

Il riscatto chiesto dall'Isil - Secondo quanto sostiene il New York Times, inoltre, lo Stato islamico avrebbe chiesto un riscatto milionario per la liberazione di Foley, ma il governo degli Stati Uniti si rifiutò di pagare.

Continuano gli scontri in Iraq - Una milizia della minoranza yazida ha ucciso almeno 22 jihadisti dello Stato Islamico (Isil) in scontri scoppiati nella città di Sinjar, nel nord dell'Iraq. Lo ha riferito il portavoce della milizia chiamata Malik al-Tawus, Khudida al-Haskani, in una dichiarazione all'emittente Alsumaria.

"Nella stessa operazione cinque veicoli blindati dello Stato Islamico sono stati dati alle fiamme", ha dichiarato al-Haskani, precisando che i combattenti yazidi non hanno riportato perdite negli scontri. La milizia Malik al-Tawus è un gruppo di autodifesa formato nel 2007 per proteggere la comunità yazida dagli attacchi degli islamisti.

La proposta iraniana - L'Iran è disponibile a fare la propria parte nella lotta contro i jihadisti dello Stato Islamico in Iraq a condizione che le potenze mondiali revochino le sanzioni imposte a Teheran a causa del suo programma nucleare. Lo ha detto il ministro degli Esteri della Repubblica islamica, Mohammad Javad Zarif, citato dall'agenzia d'informazione ufficiale Irna.

"Se accetteremo di fare qualcosa in Iraq, l'altra parte nei negoziati (il gruppo '5+1', ndr) dovrà fare qualcosa in cambio", ha dichiarato il capo della diplomazia iraniana. "Tutte le sanzioni che sono legate al programma nucleare dell'Iran dovrebbero essere revocate", ha quindi spiegato Zarif.

Ieri il ministro ha confermato che sono in corso discussioni con alcuni governi europei a proposito della possibilità di un'azione congiunta contro l'Isil nel nord dell'Iraq. "Ma non è ancora chiaro cosa dovremmo fare in Iraq e cosa (le potenze mondiali, ndr) dovrebbero fare in cambio. Questa è la parte difficile", ha affermato Zarif.

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