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Mogherini: "Colpa di Mosca se non è più partner Ue". Anche l'Italia partecipa alle manovre Nato

02 settembre 2014 | 11.30
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Il ministro: "Entro venerdì le nuove sanzioni". E la Russia avverte: cambieremo la nostra dottrina militare. Kiev: "Stiamo affrontando una grande guerra"

(Infophoto)
(Infophoto)

''L'Unione europea, e l'Italia con la Ue, hanno sviluppato una strategia che è un mix di apertura di canali diplomatici, che stanno andando avanti, e di pressione economica, con le sanzioni''. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, a proposito della crisi ucraina.

In ogni caso, ha sottolineato, ''non c'è una soluzione se non politica di questa crisi. Una cosa che l'Italia, la Ue e la Nato hanno sempre detto. Ancora in queste ore e in questi giorni lavoriamo perché si arrivi a una soluzione politica del conflitto''.

L'Ue è al lavoro, dunque, per decidere nuove sanzioni contro Mosca. Una decisione, ha spiegato il ministro, che "verrà presa entro venerdì". La soluzione del conflitto ucraino, ha continuato, passa da "una forma di neutralità duratura, dal blocco dell'ingresso di armi e personale militare, dalla liberazione degli ostaggi e da un accesso illimitato" al sito dove è caduto il volo della Malaysian Airlines.

La partnership fra la Russia e la Ue, ha sottolineato ancora Mogherini, "è finita per scelta di Mosca e per le conseguenze di quanto successo sul territorio" ed è chiaro "che non si possa parlare più di partenariato". In ogni caso, ha continuato il ministro degli Esteri, è "impossibile affermare che non sia nel nostro interesse" cercare di ristabilire in futuro condizioni di partnership con Mosca, anche se "al momento non ci sono le condizioni, per scelta di Mosca".

Esercitazioni Nato su fronte orientale - Sale la tensione anche sul terreno. Centinaia di soldati di alcuni Paesi della Nato (tra i quali anche l'Italia), con il supporto di blindati e aerei, partecipano fino a lunedì 8 settembre a esercitazioni militari della Nato sul fronte orientale, sul territorio di cinque Paesi (Germania, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia). Lo ha reso noto l'Alleanza atlantica, precisando che le manovre avrebbero dovuto essere inizialmente a guida Stati Uniti, ma sono poi passate alla Nato nell'ambito dello sforzo in corso per rassicurare i Paesi dell'est dinanzi alle mosse aggressive della Russia contro l'Ucraina. Steadfast Javelin II, questo il nome in codice delle esercitazioni, serve a "dimostrare l'impegno della Nato nei confronti del suo obiettivo fondamentale di salvaguardare la libertà e la sicurezza dei suoi membri e alleati", spiega l'Alleanza.

Russia: cambieremo dottrina militare verso la Nato - Da parte sua Mosca avverte che ogni attacco militare contro la Crimea verrebbe considerato come un'aggressione alla Russia. A sottolinearlo è il vicecapo del Consiglio di sicurezza russo, Mikhail Popov, intervistato dall'agenzia stampa Ria Novosti. "Oggi la Crimea fa parte del territorio russo e un'aggressione armata contro la Crimea verrebbe trattata come un'attacco alla Russia, con tutte le relative conseguenze - ha dichiarato Popov - la forza militare in Crimea, istituita per decreto presidenziale, è autosufficiente e capace di respingere una potenziale invasione della repubblica da parte di un aggressore".

Mosca fa sapere, poi, che intende modificare la propria dottrina militare entro il 2014 di fronte "alle nuove minacce di sicurezza, compresi l'espansione della Nato, i progetti americani di scudo di difesa e la crisi politica in ucraina". "Intendiamo terminare quest'anno la modifica della dottrina militare - ha detto Popov - non ho dubbi che la questione dell'infrastruttura militare Nato dispiegata ai nostri confini, anche attraverso l'espansione dell'Alleanza, rimane fra le principali minacce militari verso la Federazione Russa". La revisione, condotta da uno speciale gruppo di lavoro in seno al Consiglio russo di sicurezza, comprenderà anche l'aspetto dell'importazione di armi per raggiungere l'obiettivo "dell'indipendenza tecnologica nella produzione di armi, anche strategiche, così come di equipaggiamenti militari". L'ultima revisione della dottrina militare russa risale al 2010. Popov definisce "inaccettabile" l'avanzamento delle strutture Nato verso le proprie frontiere, nell'ambito della crisi ucraina.

Il Cremlino interviene sulla frase attribuita a Vladimir Putin sulla capacità russa di 'prendere Kiev in due settimane' che, sostiene Yuri Ushakov, collaboratore del presidente russo Putin, citato dall'agenzia stampa Ria Novosti, è stata citata fuori contesto e ha un significato completamente diverso. Il commento di Putin era stato riportato dal presidente della Commissione europea Manuel Barroso.

Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha duramente criticato il progetto ucraino di rinunciare allo status di paese non allineato per poter entrare a far parte della Nato. "Questa idea del governo di Kiev è un tentativo del partito della guerra di minare tutti i tentativi di trovare una soluzione politica", ha detto Lavrov, citato dall'agenzia stampa russa Interfax.

Appello dell'Onu per il dialogo - Il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon ha ribadito la necessità di un dialogo politico per metter fine agli scontri armati in Ucraina orientale. "Non c'è una soluzione politica. Serve un dialogo politico per arrivare ad una soluzione politica", ha dichiarato Ban, esprimendo delusione per il fatto che i colloqui fra Russia e Ucraina siano durati solo due giorni. Le sue parole giungono in vista della ripresa, venerdì a Minsk, in Bielorussia, del dialogo fra Russia, Ucraina e separatisti ucraini filorussi.

Colloqui Ue-Mosca sul gas giovedì a Bruxelles - Intanto i nuovi colloqui fra Commissione europea e Russia sul prezzo del gas russo per l'Ucraina sono stati fissati per giovedì a Bruxelles nel tentativo di fissare un nuovo incontro a tre, anche con l'Ucraina, per metà mese.

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