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Iraq, deputato annuncia: "Tareq Aziz sarà presto libero"

05 settembre 2014 | 14.32
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La scarcerazione dell'ex braccio destro di Saddam Hussein era una delle richieste avanzate dalla Coalizione delle Forze Nazionaliste al premier incaricato Haider al-Abadi. Il comandante iraniano festeggia dopo la vittoria contro i jihadisti /VIDEO

Iraq, deputato annuncia:

Il deputato iracheno Izzat Shabandar ha annunciato in un'intervista al quotidiano pan-arabo 'al-Sharq al-Awsat' che l'ex braccio destro di Saddam Hussein, Tareq Aziz, sarà scarcerato a breve. Secondo Shabandar, parlamentare indipendente, la scarcerazione di Aziz e dell'ex ministro della Difesa di Saddam, Sultan Hashim, è una delle richieste avanzate dalla Coalizione delle Forze Nazionaliste, il blocco parlamentare sunnita, al premier incaricato Haider al-Abadi.

"E' una richiesta accolta con favore - ha detto il parlamentare - Credo che saranno rilasciati presto. Questo atteggiamento (del premier incaricato, ndr) porta speranza e un approccio di tipo nuovo rispetto a quello del premier uscente Nuri al Maliki". Il 78enne cristiano Aziz, le cui condizioni di salute sarebbero gravi, è detenuto dal 2003 e sconta una condanna a 15 anni di carcere.

Di religione cristiano caldea, nato a Mosul 78 anni fa, Tarek Aziz, numero due del regime iracheno con la carica di vice primo ministro, è stato per trenta anni al potere nel Paese. Noto ai tempi della prima guerra del Golfo, quando ricopriva la carica di ministro degli Esteri, come "il volto umano" della dittatura, è stato invece giudicato con severità dall'opposizione irachena, che lo ha accusato di aver negato i massacri dei curdi, di aver taciuto sulle esecuzioni di massa e tollerato il sistema di torture e intimidazioni voluto dal rais.

La sua carriera politica iniziò nel 1968: in quell'anno, Michael Yuhanna, vero nome poi arabizzato in quello di Tareq Aziz, si trasferì con la famiglia a Baghdad, dove iniziò a militare nel partito di governo Baath. E così Aziz passò dalla professione di giornalista a quella di ministro dell'Informazione, una carica tra le più delicate in un regime 'impenetrabile' come quello iracheno.

Fedelissimo del regime, su Tarek Aziz erano però circolate voci secondo cui Saddam lo accusava di essere un traditore. A fugare tutti i dubbi era stato Ziad, il figlio primogenito del "volto umano" del regime, che aveva smentito dissapori o litigi, mai avvenuti tra suo padre e Saddam.

Resta famoso il suo rifiuto di consegnare una lettera da parte di George Bush senior a Saddam Hussein, che l'allora segretario di Stato americano, James Baker, voleva affidargli a Ginevra poco prima che iniziasse la guerra del Golfo.

Il vice premier iracheno è stato arrestato il 24 aprile del 2003, dopo essere stato tra i 55 gerarchi più ricercati dalla coalizione. Non è certo dove sia stato detenuto, ma secondo Peace Reporter potrebbe trovarsi nella prigione di Camp Cropper, vicino Baghdad. E' stato accusato di aver preso parte alla decisione di uccidere 42 persone in un blitz della polizia irachena avvenuto nel 1999.

La sua odissea giudiziaria ha vissuto fasi alterne: il 2 marzo 2009 è stato assolto e liberato, ma pochi giorni dopo è stato giudicato colpevole di crimini contro l'umanità e condannato a 15 anni di carcere. Il 2 agosto dello stesso anno è stato condannato a sette anni di carcere per aver contribuito a pianificare la deportazione dei curdi dal nord Iraq.

Sottoposto a più capi d'imputazione in relazione con la repressione delle rivolte sciite del 1991, il 26 ottobre 2010 è stato condannato a morte mediante impiccagione per il ruolo che avuto nelle persecuzioni alla comunità sciita. La condanna è stata tuttavia sospesa, soprattutto a seguito delle proteste dell'Unione europea.

Diabetico e cardiopatico, le sue condizioni di salute hanno più volte suscitato preoccupazione e molte campagne sono state lanciate a livello internazionale per la sua liberazione. In più occasioni ha chiesto asilo, senza successo, a paesi occidentali tra i quali l'Italia. Nel nostro paese, sulla sua vicenda, c'è stata una grande mobilitazione da parte del Partito Radicale.

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