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Papa in Albania: "Uccidere in nome di Dio è sacrilegio, gli estremisti travisano la religione"

21 settembre 2014 | 10.49
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Il Santo Padre in visita lampo nel Paese balcanico: "Il clima di rispetto e fiducia reciproca tra cattolici, ortodossi e musulmani è un bene prezioso per il vostro Stato". Per Bergoglio è il quarto viaggio apostolico, il primo in Europa fuori dall'Italia

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"La religione autentica è fonte di pace e non di violenza! Nessuno può usare il nome di Dio per commettere violenza! Uccidere in nome di Dio è un grande sacrilegio! Discriminare in nome di Dio è inumano". E' il monito lanciato da Papa Francesco nel suo intervento all'Università Cattolica di Tirana per l'Incontro con i leader di altre religioni e denominazioni cristiane. "Non possiamo non riconoscere - ha sottolineato il Pontefice - come l'intolleranza verso chi ha convinzioni religiose diverse dalle proprie sia un nemico molto insidioso, che oggi purtroppo si va manifestando in diverse regioni del mondo".

Un concetto già espresso da Francesco in mattinata incontrando, nel salone Scanderbeg del Palazzo Presidenziale di Tirana, le Autorità civili, il Corpo Diplomatico e alcuni Capi religiosi dell'Albania, dopo la visita di cortesia al Presidente della Repubblica albanese.

"Il clima di rispetto e fiducia reciproca tra cattolici, ortodossi e musulmani - ha sottolineato il Papa - è un bene prezioso per il Paese e acquista un rilievo speciale in questo nostro tempo nel quale, da parte di gruppi estremisti, viene travisato l'autentico senso religioso e vengono distorte e strumentalizzate le differenze tra le diverse confessioni, facendone un pericoloso fattore di scontro e di violenza, anziché occasione di dialogo aperto e rispettoso e di riflessione comune su ciò che significa credere in Dio e seguire la sua legge".

"Nessuno pensi - ha proseguito il pontefice - di poter farsi scudo di Dio mentre progetta e compie atti di violenza e di sopraffazione! Nessuno prenda a pretesto la religione per le proprie azioni contrarie alla dignità dell'uomo e ai suoi diritti fondamentali, in primo luogo quello alla vita ed alla libertà religiosa di tutti!".

"In un mondo che tende alla globalizzazione economica e culturale, occorre fare ogni sforzo perché la crescita e lo sviluppo siano posti a disposizione di tutti e non solo di una parte della popolazione. Inoltre, tale sviluppo non sarà autentico se non sarà anche sostenibile ed equo, vale a dire se non terrà ben presenti i diritti dei poveri e non rispetterà l'ambiente", ha poi detto il Santo Padre: "Alla globalizzazione dei mercati - ha sottolineato il pontefice - è necessario che corrisponda una globalizzazione della solidarietà; alla crescita economica deve accompagnarsi un maggior rispetto del creato; insieme ai diritti individuali vanno tutelati quelli delle realtà intermedie tra l'individuo e lo Stato, prima fra tutte la famiglia. L'Albania oggi può affrontare queste sfide in una cornice di libertà e di stabilità, che vanno consolidate e che fanno ben sperare per il futuro".

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