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Lotta all'Is, critiche a nome Operation Inherent Resolve, è triste e scoraggiante

16 ottobre 2014 | 12.41
LETTURA: 4 minuti

Non convince la scelta del Pentagono fatta ad oltre due mesi dall'inizio delle operazioni in Iraq,

i vertici militari Usa sarebbero tornati su una ipotesi che in un primo momento avevano bocciato.

 - INFOPHOTO
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Dopo aver scuscitato polemiche e prese in giro per il fatto di aver avviato e continuato per oltre due mesi un'operazione militare senza darle un nome, il Pentagono ora deve fare i conti con le critiche ad un nome finalmente scelto, ma che non convince. "Operation Inherent Resolve", che si potrebbe tradurre "Operazione Determinazione Innata", è il nome che i militari americani hanno dato alla campagna di raid aerei iniziata l'otto agosto scorso contro le postazioni dello Stato Islamico in Iraq, poi allargata a quelle in Siria, secondo quanto ha reso noto il portavoce del generale, Martin Dempsey, capo degli Stati Maggiori Riuniti.

Il nome però non sembra convincere veramente neanche gli stessi vertici del Pentagono, stando quanto scritto il 3 ottobre scorso dal Wall Street Journal, cioè che il nome era stato proposto ma rifiutato dai vertici del Pentagono, che avevano, senza mezzi termini, affermato che "faceva schifo". Evidentemente le cose sono cambiate, ed ora "dopo questo strano ritardo", si legge oggi sul Wsj, si è deciso che questo nome possa descrivere questa operazione "dalla natura amorfa".

"Questo nome evoca la sua solitudine, la lunghezza ed anche la tristezza, non ispira neanche fiducia, anzi in un certo senso scoraggia", commenta ancora il giornale conservatore che fa il paragone con i "più ottimistici nomi scelti per le guerre americane nella regione", l'Operation Desert Storm lanciata dopo l'invasione del Kuwait nel 1991, l'Operation Enduring Freedom lanciata dopo gli attacchi dell'11 settembre ed infine nel 2003 l'invasione dell'Iraq ribattezzata ideologicamente dai 'neocon' Operation Iraqi Freedom.

prese in giro su Twitter, dovrebbe chiamarsi determinazione vacillante

A difendere la scelta del nome è arrivato un comunicato del Centcom, il comando delle operazione militari americane in Medio Oriente e Iraq, in cui si sottolinea come si voglia indicare "l'inflessibile determinazione ed il profondo impegno degli Stati Uniti e dei partner nella regione ed in tutto il mondo di eliminare il gruppo terroristico Is". Ma questo non ha impedito che, subito dopo l'annuncio del nome, su Twitter cominciassero a fioccare critiche e prese in giro: "parlare di innata determinazione è una strana scelta per l'operazione anti-Is, vacillante andrebbe meglio, ed a pensarci bene neanche determinazione funziona" recita un tweet, mentre in un altro si contesta anche il fatto che "la determinazione può essere molte cose ma non credo che possa essere innata".

Insomma, non piace questo nome poco incisivo e comunicativo che alla fine è stato scelto, quasi a conferma del modo cerebrale, e sempre vacillante, con cui il comandante in capo Barack Obama, non a caso soprannominato il guerriero riluttante, affronta gli impegni bellici. Già da settimane andavano avanti prese in giro, negli ambienti di Washington e militari, per il fatto che il Pentagono non fosse riuscito a trovare un nome per l'operazione.

Il Washington Post aveva anche lanciato su un suo blog anche un concorso per il migliore nome: la proposta più votata più Twitter era stata "Operation Dude, where's my humvee" (Operazione, ehi tipo dove è il mio humvee), con il riferimento al fatto che i missili americani spesso colpiscono mezzi corazzati che l'esercito americano aveva lasciato agli iracheni ed ora sono nelle mani dei militanti dell'Is.

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