Amnesty International accusa entrambe le parti coinvolte nel conflitto nell'est dell'Ucraina di essersi rese responsabili di esecuzioni sommarie e omicidi di civili. In un nuovo rapporto dell'organizzazione internazionale basato su ricerche sul campo effettuate a fine agosto e a fine settembre si citano "prove solide" del coinvolgimento dei volontari o militari lealisti ucraini nell'esecuzione sommaria di nove uomini sepolti in tre diversi siti nei dintorni delle località di Nyzhnya Kryna e di Komunar, dove tuttavia i filo russi avevano denunciato, dopo aver ripreso il controllo della zona, la presenza di fosse comuni con centinaia di corpi.
Delle stesse atrocità di sono resi responsabili sin dal mese di aprile i filo russi, con due prigionieri a Severodonetsk lo scorso luglio. O nel caso dei due corpi ritrovati ad aprile in un fiume vicino alla località di Raigodorok, controllata dai separatisti, che riportavano fra l'altro segni di tortura, prima conferma in ordine di tempo delle voci di abusi commessi contro gli ostaggi dei filo russi. "Fra le vittime ci sono attivisti ucraini e presunti simpatizzanti, combattenti detenuti e criminali locali", precisa il rapporto.
"Non c'è dubbio che esecuzioni sommarie e atrocità siano state commesse sia dai separatisti filo russi sia dalle forze lealiste nell'est, ma è difficile rendere in modo accurato le dimensioni di questi abusi", ha spiegato il direttore di Amnesty per l'Europa e l'Asia centrale, John Dalhuisen, denunciando la copertura e le falsificazioni apportate dalle parti anche da parte del personale medico minacciato dai responsabili delle violazioni.
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