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Bangladesh: condannato a morte leader principale partito islamico

29 ottobre 2014 | 15.41
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Matiur Rahman Nizami, 71enne leader del principale partito islamico del Bangladesh, è stato condannato a morte per crimini di guerra commessi durante il conflitto per la secessione dal Pakistan nel 1971. Il suoi avvocati hanno detto di voler ricorrere in appello.

Il capo del Jamat-e-Islami è stato riconosciuto colpevole di coinvolgimento in omicidi, stupri e incitazione alla violenza per il suo ruolo di comandante supremo della milizia al Badr che collaborava con l'esercito pachistano. In particolare Nizami è stato ritenuto responsabile dell'omicidio di una dozzina di intellettuali negli ultimi giorni dei nove mesi di conflitto. Ex ministro del governo guidato dal Partito nazionalista fra il 2001 e il 2006, Nizami è già stato condannato a morte in gennaio per una vicenda di traffico d'armi.

Nizami è stato giudicato da uno speciale tribunale per i crimini di guerra istituito nel 2010 dalla presidente del Bangladesh, Sheikh Hasina Wazed. Fin'ora vi sono state 11 condanne: otto pene capitali, due ergastoli e una a 90 anni di carcere. Altri sei processi sono in corso. La maggior parte degli imputati sono esponenti del Jamiaat-e-Islami, partito che era contrario alla secessione e oggi non riconosce il tribunale, accusandolo di fare processi politici.

Un primo tentativo di giudicare i crimini della guerra del 1971 fu annullato dopo l'assassinio nel 1975 di Sheikh Majibur Rahman, presidente-fondatore del Bangladesh e padre di Hasina. Secondo le stime del governo di Dacca, durante il conflitto con il Pakistan vi furono tre milioni di morti. Altre stime, citate dalla Bbc, parlando di 500mila morti.

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