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India: stuprata in taxi, per ministro Trasporti bando Uber non è soluzione

09 dicembre 2014 | 10.37
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Per Nitin Gadkari è "il sistema di rilascio delle licenze agli autisti che deve essere cambiato". La decisione delle autorità indiane dopo che una turista 27enne ha denunciato di essere stata violentata da un tassista del servizio

(Xinhua)
(Xinhua)

La decisione delle autorità indiane di bandire la società americana di noleggio taxi Uber, dopo che una turista 27enne ha denunciato di essere stata violentata da un tassista del servizio, non è una soluzione. Ne è convinto il ministro dei Trasporti Nitin Gadkari.

"Non ha senso vietare il servizio. Se domani succede qualcosa su un autobus, vietiamo anche il trasporto pubblico?", si domanda il ministro, per il quale è "il sistema di rilascio delle licenze agli autisti che deve essere cambiato", mettendo a punto chiare procedure di controllo oggi assenti nelle licenze di trasporto.

Le dichiarazioni di Gadkari arrivano dopo che il ministero dell'Interno indiano ha chiesto agli Stati di vietare tutti i servizi di trasporto legati a Uber o a compagnie che forniscono la prenotazione via 'app' perché ritenute non sicure. Intanto l'autista accusato di aver stuprato nella notte fra venerdì e sabato nella capitale indiana una giovane donna di 27 anni è in carcere a disposizione della polizia.

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