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India: Uber non si ferma nonostante il divieto dopo le accuse di stupro

10 dicembre 2014 | 18.20
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C'è il bando delle autorità, imposto dopo che una donna ha denunciato di essere stata violentata, ma l'App che mette in contatto via smartphone passeggeri e autisti opera ancora a Nuova Delhi. Nei giorni scorsi lo stop in Brasile e in Spagna

(Infophoto)
(Infophoto)

Uber non si ferma. Nonostante il divieto imposto in India, dopo che una donna ha denunciato di essere stata violentata da un autista, il servizio continua a operare a Nuova Delhi. L'applicazione che mette in contatto tramite smartphone passeggeri e autisti risulta infatti ancora operativa nella capitale indiana.

"L'azienda non ci ha detto niente", ha raccontato un autista Uber, intervistato dai media locali. "Ho chiamato e chiesto se avrei dovuto continuare a lavorare oppure no. E loro hanno detto 'decidete voi, se pensate che siamo stati banditi, allora, non guidate'", ha aggiunto.

Dopo lo stop imposto a seguito della denuncia di stupro, la polizia indiana ha accusato la start-up californiana di aver scelto l'uomo alla guida senza adeguati controlli e ignorando la sua fedina penale. Ma la decisione delle autorità di Nuova Delhi di bandire la società americana di noleggio non è stata condivisa dal ministro dei Trasporti, Nitin Gadkari, per il quale "non è una soluzione per prevenire gli stupri". La popolare App è stata messa al bando anche in Brasile, perché agli autisti manca una licenza adeguata di 'servizio taxi', e in Spagna, dove un tribunale ha definito il servizio come "concorrenza sleale" nei confronti dei tassisti.

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