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Mo: Kerry e Netanyahu 3 ore a colloquio, segretario Stato vola a Parigi

15 dicembre 2014 | 19.36
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Prima dell'incontro con il segretario di Stato nella residenza dell'ambasciatore americano il premier israeliano ha incontro il presidente del Consiglio Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Al centro dei colloqui la questione della risoluzione palestinese al Consiglio di Sicurezza dell'Onu e l'iniziativa francese per una bozza alternativa.

Renzi e Netanyahu oggi a Palazzo Chigi (Foto Adnkronos)
Renzi e Netanyahu oggi a Palazzo Chigi (Foto Adnkronos)

E' durato tre ore il colloquio oggi a Villa Taverna tra il segretario John Kerry, e il premier israeliano Benjamin Netanyahu. Non vi sono state dichiarazioni al termine dell'incontro, ma la stampa israeliana aveva già anticipato che il premier israeliano avrebbe usato il colloquio per chiedere agli Stati Uniti di mettere il veto, a conferma di una politica decennale di Washington, sulla risoluzione proposta dai palestinesi al Consiglio di Sicurezza Onu.

"Ora è in ballo una risoluzione al Consiglio di sicurezza che cerca di costringere Israele ad accettare la creazione unilaterale di uno stato palestinese entro una certa data" ha detto un alto funzionario israeliano ai giornalisti in viaggio con Netanyahu, riferiva il sito di Haaretz . "Negli ultimi 47 anni la politica americana è stata di opporsi a questi passi unilaterali. Non c'è ragione che cambi e non ci aspettiamo che cambi" ha poi aggiunto, sottolineando che, secondo Israele "il sostegno internazionale a queste misure unilaterali aprirebbe la porta ad Hamas perchè entri in Cisgiordania".

Prima dell'incontro con il segretario di Stato americano, Netanyahu è stato ricevuto oggi dal presidente del Consiglio Matteo Renzi a Palazzo Chigi. Proprio alla vigilia dell'arrivo a Roma del premier israeliano, l'Anp ha annunciato che verrà presentata mercoledì al Consiglio di sicurezza dell'Onu la bozza della risoluzione palestinese che fissa al 2016 la data per il ritiro israeliano dai territori occupati e il ritorno ai confini del 1967. Kerry, che ha più volte sottolineato come gli Stati Uniti stiano portando avanti una mediazione per evitare che si arrivi allo scontro all'Onu sulla questione, dopo la tappa a Roma - dove ieri pomeriggi ha incontrato sempre a Villa Taverna il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov - è volato a Parigi per continuare la sua difficile missione.

La Francia infatti, insieme a Gran Bretagna e Germania, sta preparando una bozza alternativa a quella palestinese, sponsorizzata dalla Giordania, ritenuta "squilibrata". Della proposta europea - ovviamente più moderata, con la scadenza dei due anni posta per la chiusura definitiva dei negoziati di pace - Kerry ha discusso con il ministro Laurent Fabius giovedì scorso a margine della conferenza sul Clima di Lima, con cui tornerà a parlare questa sera.

Domani poi il segretario di Stato andrà a Londra per incontrare il capo dei negoziatori palestinesi, Saeb Erakat ed il capo della Lega Araba. Prima di partire per Roma, Netanyahu ha mostrato di non gradire l'iniziativa di Parigi, affermando di non essere disposto a farsi imporre dagli altri le condizioni dei negoziati, cosa che rischia di compromettere la sicurezza di Israele.

Per gli Stati Uniti la situazione è complicata, e scivolosa. Da una parte l'amministrazione Obama non vorrebbe fare nulla che possa essere vista come un'interferenza nelle prossime elezioni israeliane, ma dall'altra deve fare i conti con le pressioni di paesi alleati che chiedono di sostenere un "framework" negoziale, quello dei due anni, che corrisponde in linea di massima alla posizione di Washington.

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