Pegida nel caos. In seguito alle dimissioni del fondatore Lutz Bachmann, per una foto con baffi e acconciatura in stile Adolf Hitler, il movimento anti-Islam tedesco resta nella bufera. La prima grande manifestazione del movimento al di fuori di Dresda è stata infatti caratterizzata da scontri alla stazione, auto e cassonetti dati alle fiamme e tre arresti.
Dopo i tafferugli di ieri sera a Lipsia tra manifestanti pro e manifestanti anti Pegida, i fondatori dei cosiddetti patrioti europei anti-Islam e anti-immigrati si sono dissociati dal raduno, sostenendo che si è trattato di una manifestazione che non c'entrava nulla con l'ideologia del movimento.
La portavoce e cofondatrice del gruppo, Kathrin Oertel, sta valutando di intraprendere un'azione legale contro la destra che ha manifestato a Lipsia per impedirle di usare il nome Pegida.
Il movimento, che ha presentato un piano con politiche di immigrazione più selettive per la Germania, sostiene che i manifestanti di Lipsia si sono rifiutati di firmare quel documento in cui si afferma che Pegida sostiene l'accoglienza per i profughi di zone in guerra e per i musulmani che si stanno integrando nel Paese.
Il gruppo, dalla prima manifestazione di ottobre, ha continuato a organizzare le sue proteste contro una presunta 'islamizzazione' ogni settimana, mettendo in allarme le autorità tedesche.
Bachmann, 41 anni, si è dimesso dopo che i magistrati hanno confermato ai media che stavano indagando per incitamento all'odio. L'inchiesta non sarebbe però legata all'immagine del leader in stile Hitler ma per una presunta serie di messaggi su Facebook in cui Bachmann ha descritto i richiedenti asilo come "bestiame", "stracci" e "banda di str...zi". La pagina è stata cancellata ma i media sarebbero in possesso di alcuni screenshot dei messaggi postati a settembre sul social network.