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Grecia: analista Bruegel, da mossa Bce rischi per liquidità e politica

08 febbraio 2015 | 11.30
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(Foto Infophoto) - INFOPHOTO
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La decisione della Bce in base alla quale le banche elleniche non potranno più usare i rischiosi bond sovrani come garanzia per ricevere liquidità da Francoforte comporta seri rischi alla liquidità del paese e spinge al limite il pressing sulla politica. E' quanto sostiene Silvia Merler, analista del think tank economico Bruegel, sullo 'schiaffo' dell'Eurotower ad Atene.

Una decisione quella di Francoforte giustificata dal fatto che, in applicazione delle norme, mancavano le condizioni per proseguire con la deroga introdotta nel 2010, ovvero "non è più certa la chiusura dell'accordo coi creditori".

Il primo timore è la corsa agli sportelli da parte dei correntisti con effetti devastanti sulla liquidità degli istituti. "Il fabbisogno di liquidità potrebbe crescere in modo esponenziale se i correntisti greci spaventati dovessero aumentare i prelievi", afferma Merler nel suo studio. Una fuga che era già iniziata, anche senza la mossa della Bce. "I dati della banca centrale ellenica mostrano un deflusso di depositi di 4 miliardi nel mese di dicembre, e le stime indicano un potenziale deflusso supplementare di 11 miliardi, almeno nel mese di gennaio, alla vigilia delle elezioni", scrive l'economista. Questo "potrebbe accrescere notevolmente il fabbisogno di liquidità da parte della banche elleniche".

Eurotower gioca d'anticipo su Eurogruppo per proteggere la sua indipendenza

Inoltre anche l'accesso all'Ela (Emergency liquidity assistance) previsto dalla Bce potrebbe risultare "controverso e forse difficile" se dovesse diventare evidente che i fondi aggiuntivi sono utilizzati esclusivamente a garanzia di bond in scadenza a febbraio e marzo. Il che dimostrerebbe che il sistema bancario o è insolvente o sta usando come garanzia il debito di un paese insolvente, sostiene Merler.

Di certo il tempismo della mossa della Bce, che ha agito prima dell'Eurogruppo straordinario dell'11 febbraio, "protegge formalmente l'indipendenza della banca centrale, ma mette sotto pressione il gioco politico", con conseguenze "non facilmente gestibili".

Se fosse stato l'Eurogruppo e non la Bce a prendere atto che non vi erano più le condizioni per la deroga, la Bce avrebbe dovuto adeguarsi ad una decisione della politica, invece la "sua mossa preventiva ne protegge formalmente l'indipendenza - insiste - ma tira al massimo il gioco politico, ben oltre il limite del mandato di una banca centrale".

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