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Libia: al-Jazeera, Is rivendica serie di attentati nell'est

20 febbraio 2015 | 19.42
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La città di Gheddafi è caduta sotto il controllo del califfato. Rivendicati con un messaggio su Twitter gli attacchi kamikaze ad Est. Negli archivi Usa la storia del califfo al-Baghdadi, detenuto 'non militante'

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Lo Stato Islamico controlla anche Sirte. "I jihadisti hanno preso il controllo di tutti gli enti governativi, di un importante centro amministrativo, dei canali radio e tv", afferma ad Aki-Adnkronos International l'incaricato d'affari libico a Roma, Azzedin al-Awami, smentendo le notizie circolate su un intervento delle milizie di Misurata (schierate con il governo islamico di Tripoli) contro lo Stato islamico (Is) nella città che ha dato i natali a Muammar Gheddafi. "Sento da giorni di gruppi armati che starebbero per muovere da Misurata verso Sirte, ma malgrado le due città distino solo 200 chilometri, ancora non si sono visti", sostiene al-Awami.

Ed è di almeno 47 morti, tra cui quattro egiziani, il bilancio dei tre attentati kamikaze con autobomba che hanno colpito Gubba (al-Qubbah in arabo), nell'est della Libia rivendicati dai jihadisti dello Stato islamico (Is).

La rivendicazione degli attentati da parte della cellula libica dell'Is è avvenuta tramite un account di Twitter riconducibile ai jihadisti. I miliziani hanno rivendicato la paternità di due autobomba esplose vicino alla sede della sicurezza e alla residenza di Akila Saleh Issa, mentre non citano la terza esplosione in una stazione di benzina che ha causato il maggior numero di vittime civili. Su Twitter i jihadisti hanno anche postato le fotografie di chi ha condotto l'attacco. La città di al-Gubba, 30 chilometri a ovest di Derna, è sotto il controllo dell'esercito libico e delle forze fedeli al generale in congedo Khalifa Haftar.

''Il bilancio degli attentati kamikaze rischia di salire in quanto alcuni dei feriti versano in gravi condizioni'', ha dichiarato il direttore dell'ospedale di al-Qubbah, Ibrahim Khaled. Sono almeno 65 le persone rimaste ferite. ''Per commemorare le vittime sono stati proclamati tre giorni di lutto'', ha detto il presidente del Parlamento libico riconosciuto dalla comunità internazionale Aguila Saleh. La sua casa era uno degli obiettivi degli attentatori, ma il deputato non ha voluto commentare gli attacchi, né indicare se si trovasse nella sua abitazione al momento dell'esplosione.

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