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Ucraina: Mariupol teme di diventare la nuova Debaltseve

21 febbraio 2015 | 12.00
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Il sindaco parla dei preparativi per un attacco dei separatisti mentre chi abita nei quartieri a est, a pochi chilometri dalla linea di separazione, non nasconde timore per il precipitare della situazione.

Manifestazione a Mariupol - (Xinhua)
Manifestazione a Mariupol - (Xinhua)

Mariupol si prepara a un attacco dei separatisti e teme di finire come Debaltseve, malgrado gli accordi di Minsk, il cessate il fuoco e il ritiro delle armi pesanti dal fronte previsto dall'intesa sancita la settimana scorsa. "Speriamo solo che il governo non rinunci anche a noi. Ma abbiamo visto cosa è accaduto a Debaltseve", spiega in una intervista al Washington Post Ira Chupina, che lavora in un mercato in un quartiere a est di Mariupol, a meno di dieci chilometri dalla linea di separazione fra le due parti in conflitto, a Shyrokine, da cui, a tutte le ore del giorno, arriva il rimbombo dei colpi di artiglieria. "Non crediamo mica che i militari possano proteggerci", aggiunge.

Mariupol, sul Mare di Azov, è a quasi 200 chilometri da Debaltseve, ed è altrettanto strategica, lungo il corridoio che porta dalla frontiera con la Russia e dalle zone controllate dai separatisti del Donbass alla Crimea. Da mesi la città, controllata dalle forze di Kiev ma al suo interno divisa, con molti residenti simpatizzanti per la causa separatista, si aspetta una offensiva delle forze filo russe. Le strade sono presidiate da posti di blocco e check point. I ponti sono stati minati, saranno fatti saltare in aria nel caso dell'avanzata dei separatisti paventata da Kiev. "Stiamo costruendo una linea di difesa fortificata intorno alla città. E potremmo costruirne una seconda. Per loro non sarà facile entrare", ha spiegato il sindaco Yuriy Khotlubei, parlando all'inviato del quotidiano americano. Il battaglione di volontari di Azov "si sta preparando" per combattere strada per strada, come ha testimoniato il comandante delle operazioni per la città Petro Guk invitando tutti i residenti a non scappare e tenersi pronti a combatere "per difendere le proprie case".

Il mese scorso, è stato colpito un mercato vicino a quello in cui lavora Chupina: 30 persone sono morte e oltre 100 ferite. Da allora, il mercato si è svuotato. Chi ha potuto, si è trasferito in centro, dove è meno forte il rumore della guerra. "Sono rimasta perché ricominciare una vita altrove è molto difficile", testimonia Viktoria Ligareva, 53 anni, da 15 al banco di verdure al mercato. "Me ne andrò solo se la situazione precipiterà del tutto. Come a Debaltseve o a Vuhlehirsk. Allora me ne andrò, ma solo in questo caso".

"A dire la verità, la città è spaccata fra sostenitori di Kiev e dei separatisti. L'Occidente non riesce a capire che le cose si sono spinte troppo avanti", commenta Konstantin Batozsky, consigliere dell'ex governatore di Donetsk che nei mesi scorsi aveva cercato di mediare accordi per lasciare Mariupol fuori dal conflitto attraverso canali diplomatici che ora considera chiusi.

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