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L'accusa dell'arcivescovo greco-cattolico di Ucraina: non è una guerra civile ma una invasione russa

23 febbraio 2015 | 15.46
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Svjatoslav Shevchuk lo afferma con nettezza, durante la conferenza nella sede di Radio Vaticana, seguita alla visita 'ad limina' e all'incontro con Papa Francesco dei giorni scorsi in Vaticano. "Sarei felice se il Santo Padre scrivesse una lettera personale a Putin e a Poroshenko"

Al centro della foto, l'arcivescovo greco-cattolico ucraino Svjatoslav Shevchukl
Al centro della foto, l'arcivescovo greco-cattolico ucraino Svjatoslav Shevchukl

Il conflitto in Ucraina non è una guerra civile ma una guerra di invasione provocata dalla Russia. L'arcivescovo greco-cattolico ucraino Svjatoslav Shevchuk lo afferma con nettezza, durante la conferenza nella sede di Radio Vaticana, seguita alla visita 'ad limina' e all'incontro con Papa Francesco dei giorni scorsi in Vaticano.

"C'è solo una parola per descrivere quello che succede in Ucraina: guerra. Che tipo di guerra? Quella che subiamo è un'invasione straniera - accusa l'arcivescovo - una guerra che ci è imposta dal di fuori; non è una guerra civile, non è una discordia tra cittadini ucraini. Dopo l'annessione russa della Crimea c'è stata l'invasione del nostro territorio: una guerra non dichiarata".

L'arcivescovo greco-cattolico di Ucraina lancia un appello alla comunità internazionale "per l'assistenza alla popolazione ucraina che lo Stato non può più garantire" e invita Papa Francesco a visitare il Paese "quando il momento sarà ritenuto opportuno", spiegando: "Forse chiediamo troppo, ma quello del Santo Padre sarebbe davvero un passo profetico. Lui ci ha ascoltato con cuore paterno e ha confermato la giustezza della nostra posizione: essere al fianco del nostro popolo e ascoltare direttamente la voce della nostra gente".

Tuttavia, Shevchuk non nasconde qualche perplessità sulle frasi pronunciate da Jorge Mario Bergoglio durante un'udienza generale, parlando di "orribile violenza fratricida" e di "guerra tra cristiani" e suscitando il plauso del patriarca ortodosso di Mosca, Kiril. "Ma rispettiamo le sue parole, che forse servono per preparare e arrivare a una mediazione", spiega aggiungendo: "Sarei felice se il Santo Padre scrivesse una lettera personale a Putin e a Poroshenko".

In ogni caso, l'arcivescovo greco-cattolico sottolinea che "quando il Papa parla di rispettare il diritto internazionale, vuol dire che il Vaticano chiede il rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina: se la Russia invade e annette la Crimea o il Donbass violenta il diritto internazionale e fa prevalere il diritto della forza sulla forza del diritto".

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