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Attacchi a chiese in Pakistan, cristiani in piazza: un morto e 12 feriti nelle proteste

16 marzo 2015 | 10.08
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Le manifestazioni dopo i due attacchi suicidi a Lahore, nei quali hanno perso la vita almeno 15 persone. Monsignor Tomasi all'Adnkronos: "Fermare ovunque i genocidi contro i cristiani"

Cristiani pakistani davanti a una delle chiese dove sono avvenute le esplosioni (foto Infophoto)
Cristiani pakistani davanti a una delle chiese dove sono avvenute le esplosioni (foto Infophoto)

Un uomo è rimasto ucciso nelle proteste a Lahore, in Pakistan, dopo che ieri almeno 15 persone sono morte e 75 sono rimaste ferite in attacchi sferrati da attentatori suicidi contro due chiese. A riferire della prima vittima delle manifestazioni è il sito web del giornale The Express Tribune, che parla anche del ferimento di altre 12 persone in circostanze diverse.

La notizia viene riportata anche da Geo Tv e secondo le prime informazioni l'uomo sarebbe stato travolto da una donna alla guida di un'auto. L'incidente avrebbe provocato anche il ferimento di altri due manifestanti. In precedenza il sito web del giornale Dawn aveva riferito del ferimento di sette persone in scontri scoppiati a Lahore durante la protesta della comunità cristiana: stando alla ricostruzione, i manifestanti avrebbero lanciato pietre contro gli agenti di polizia, che avrebbero risposto con delle cariche. La polizia, secondo Dawn, è stata autorizzata a utilizzare i lacrimogeni per disperdere la folla.

Solo a Lahore oggi sono scesi in piazza circa cinquemila cristiani. Proteste si sono registrate anche a Karachi, megalopoli del sud spesso scossa da violenze, e in generale in varie località delle province del Sindh e del Punjab.

Riferendo davanti alla commissione per gli Affari Interni dell'Assemblea Nazionale a Islamabad, il ministro dell'Interno pakistano, Chaudhry Nisar, ha detto che "l'unico obiettivo del terrorismo è dividere il Paese, per questo dobbiamo restare uniti".

Nisar, spiegando che "il terrorismo non è facile da contrastare", ha comunque sottolineato i risultati ottenuti negli ultimi anni dalle autorità pakistane. "Lo spazio per i terroristi si è ridotto. Perciò si riducono ad attaccare obiettivi facili, come scuole, moschee sciite e chiese", ha dichiarato il ministro, citato dal sito del quotidiano Express News.

Condannando l'attacco contro i cristiani a Lahore, definito un "atto disumano", Nisar ha infine rimarcato che i responsabili della strage non appartengono ad alcuna religione. "Nessuna religione nel mondo permette simili azioni", ha dichiarato.

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