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Mo: Netanyahu riapre porta a stato palestinese, Usa chiedono chiarimenti

19 marzo 2015 | 17.52
LETTURA: 4 minuti

Uscito vittorioso dalle elezioni, il primo ministro israliano tenta di ricucire i rapporti con Obama e riapre la porta allo Stato Palestinese: "Voglio una soluzione con due Stati, pacifica e sostenibile". Alla Casa Bianca non basta. Il portavoce Josh Earnest, sottolinea che le dichiarazioni contro lo Stato palestinese fatte da Netanyahu contraddicono anni di politica americana e israeliana

Barack Obama e Benyamin Netanyahu alla Casa Bianca. - (INFOPHOTO)
Barack Obama e Benyamin Netanyahu alla Casa Bianca. - (INFOPHOTO)

Benyamin Netanyahu tenta di ricucire con il presidente americano Barack Obama e riapre la porta allo Stato palestinese. Ma all'amministrazione Obama non basta la parziale marcia indietro. "Le parole contano ed è certamente vero in questo caso", ha detto il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest, sottolineando che le dichiarazioni contro lo Stato palestinese fatte da Netanyahu prima del voto contraddicono anni di politica americana e israeliana.

Earnest ha spiegato che quelle parole continuano a spingere gli Stati Uniti a rivedere il loro approccio, ricordando che finora Washington ha difeso Israele all'Onu sulla base del principio della soluzione con due Stati. Il portavoce ha tuttavia aggiunto che al momento non è stata presa nessuna decisione su un cambiamento della politica americana. Comunque, ha rimarcato Earnest, Netanyahu e il suo governo dovranno chiarire quale sarà la loro posizione su una soluzione con due Stati.

Il portavoce è intervenuto dopo che, nella sua prima intervista concessa ai media americani all'indomani della vittoria elettorale, Netanyahu ha dichiarato che gli Stati Uniti "non hanno migliore alleato d'Israele", aggiungendo di volere ancora "una soluzione pacifica e sostenibile con due Stati". "Io non ho cambiato la mia politica, quella che è cambiata è la realtà", ha dichiarato alla rete televisiva Nbc,

"Non voglio una soluzione con un solo Stato. Voglio una soluzione con due Stati, pacifica e sostenibile. Ma per averla bisogna che cambino le circostanze", ha aggiunto Netanyahu, Con le sue parole prima del voto, ha detto, si riferiva "a quanto è realizzabile e quanto non è realizzabile. Noi vogliamo avere veri negoziati con persone impegnate per la pace". Secondo il ragionamento di Netanyahu, il rifiuto della leadership palestinese di riconoscere Israele come uno stato ebraico e il suo patto con gli islamisti di Hamas rendono ora impossibile arrivare ad una pace sostenibile con due stati, ma questo non significa la rinuncia a questo obiettivo. Netanyahu si dice "certo" di poter presto mettersi in contatto con Obama. "Ci sono così tante aree dove dobbiamo lavorare assieme, dove lavoreremo assieme con gli Stati Uniti e il presidente, perchè non abbiamo alternative", afferma.

Prima che uscissero le anticipazioni della sua intervista alla Cbs, fonti del New York Times riferivano che, di fronte al no di Netanyahu sullo Stato palestinese, gli Stati Uniti potrebbero dare il via libera ad una risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu che contenga i principi di una soluzione di pace con due Stati basata sui confini pre-1967 e scambi di territorio concordati.

Secondo il quotidiano, "ora che Netanyahu ha vinto, dopo una campagna aggressiva contro lo Stato palestinese e il potenziale accordo nucleare di Obama con l'Iran, la questione è se il presidente e il primo ministro potranno mai ricucire il loro rapporto, ma anche se Obama ci proverà". All'interno dell'amministrazione di Washington, si ritiene che i rapporti bilaterali rimarranno forti, ma che saranno gestiti dal segretario di Stato John Kerry, "uno dei pochi amici rimasti a Netanyahu nell'amministrazione", e dal Pentagono. Ieri è stato infatti Kerry e non Obama a chiamare Netanyahu per congratularlo della vittoria.

A infastidire la Casa Bianca sono stati anche i commenti di Netanyahu il giorno del voto, contro la sinistra "che porta gli arabi israeliani in autobus a votare". Commenti che il portavoce Josh Earnest ha definito "profondamente preoccupanti e divisivi", spiegando ai giornalisti a bordo dell'Air force one che "l'amministrazione intende comunicare direttamente questo punto di vista agli israeliani". Nell'intervista all'Nbc, Netanyahu ha cercato anche di rimediare a quelle parole, dicendo che con quelle parole non voleva impedire a nessuno di andare a votare.

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