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Ecco tutti i misteri della scatola nera, così si fa luce su un disastro aereo

26 marzo 2015 | 15.17
LETTURA: 6 minuti

Gli esperti di Kroll Ontrack all'Adnkronos: "E' arancione per essere avvistata tra le macerie e registra il suono in analogico, poi lo converte in un formato digitale. Possono essere analizzate solo le ultime due ore di conversazioni provenienti dalla cabina di pilotaggio. I segreti di questi dispositivi (Infografica)

(foto Infophoto)
(foto Infophoto)

Ci sarà "sempre bisogno della scatola nera" e del recupero "dei dati in essa archiviati" per fare luce su un disastro aereo, così mentre emergono le prime informazioni sulla tragedia del volo della Germanwings in cui sono morte 150 persone, gli esperti di Kroll Ontrack svelano all'Adnkronos che ruolo gioca questa tecnologia e chiariscono ogni aspetto "di questo pezzo fondamentale dell’equipaggiamento di un aereo". I segreti di questi dispositivi (Infografica)

COM’È FATTA UNA SCATOLA NERA. "Intanto una scatola non è nera ma è arancione per rendere il suo avvistamento più facile tra le macerie. Ogni scatola -spiegano gli esperti della società tra le più avanzate al mondo nel recupero dei dati- contiene due elementi. Il primo è il Cockpit Voice Recorder (Cvr), vale a dire un microfono che registra tutte le conversazioni tra i membri dell’equipaggio e il rumore di fondo che potrebbero contribuire a fornire indizi importanti sull’incidente". "La scatola nera -sottolineano- registra il suono in analogico, poi lo converte in un formato digitale, il che significa che possono essere analizzate solo le ultime due ore di conversazioni provenienti dalla cabina di pilotaggio poiché il sistema riscrive continuamente sui dati digitalizzati. Il secondo elemento è l’unità di acquisizione dei dati di volo (Fdau-Flight Data Acquisition Unit) che registra le funzioni operative vitali del velivolo". "Questa unità -proseguono- memorizza un minimo di 25 ore di dati di volo raccolti da sensori e mette insieme il 'come, quando e perché' un aereo non riesce a raggiungere una destinazione designata. I sensori registrano qualsiasi tipo di informazione riguardante per esempio l’altitudine e velocità di marcia, la direzione in cui un aereo viaggia così come la velocità delle sue turbine". Gli investigatori utilizzano le informazioni dalla scatola nera "per capire il più possibile circa l'attività di un aereo prima di un crash. Non appena l’aereo perde il controllo e non dà più segnali di sé, la scatola nera si disattiva in modo automatico e viene avviata una seconda alimentazione interna che consente alla scatola di emettere un segnale a intermittenza che facilita il suo ritrovamento" evidenziano gli esperti di Kroll Ontrack.

TEST RIGOROSI. Data l'importanza, le scatole nere "devono superare test rigorosi per garantire la loro durata. Le scatole -dicono ancora gli esperti- sono avvolte da doppie lastre di titanio o acciaio inox. Sono progettate per resistere alle condizioni più estreme, vengono puntualmente sottoposte alla pressione dei cannoni d'aria, esposte a temperature superiore a 1.100 gradi e a stati di congelamento (-55 gradi). Sono inoltre conformi allo standard CAE ED-112, ciò significa che possono mantenere la loro integrità in caso di urti violentissimi (fino a 3.400 g quando la normale forza gravitazionale è solo di 1g)". I dati vengono salvati all’interno della Crash Survivable Memory Unit. Nel mondo sono poche le aziende produttrici e progettano specifiche versioni di loro scatole nere per i diversi tipi di aerei: un Airbus avrà un alloggiamento e un connettività diversa per la sua scatola nera rispetto un jet privato, per esempio. Una complicazione per coloro che recuperano le informazioni dalle scatole nere è che ogni produttore ha la propria tecnologia proprietaria per l'archiviazione e la crittografia dei dati.

IL RECUPERO DATI È COMPLESSO. Recuperare i dati da SSD può non essere sempre così facile. "I drive allo stato solido presentano dei vantaggi. Sono le stesse unità -rimarcano i tecnologi di Kroll Ontrack- utilizzate nei normali computer portatili in sostituzione degli hard disk tradizionali. Rispetto a quest’ultimi, sono molto più veloci e silenziosi, più piccoli e hanno una memoria a semiconduttore, ciò significa che non ci sono parti in movimento e quindi li rende meno soggetti a danni fisici. Ma questi stessi vantaggi rendono il recupero dati da SSD paradossalmente più difficile. Le dimensioni ridotte, la velocità e la mancanza di parti in movimento consentono a un SSD di essere integrato in dispositivi più piccoli". Di solito, aggiungono, sono cablati nelle schede dei circuiti di dispositivi a fianco tutti gli altri componenti elettronici. Ciò significa che l'isolamento dei guasti e la riparazione sono molto più complessi rispetto a un'unità rimovibile e richiedono professionisti esperti per estrarre i dati - soprattutto in un evento come un incidente aereo nel quale i danni sono elevati e le informazioni contenute nelle scatole nere sono vitali per gli investigatori".

COSA ACCADE NEI LABORATORI. Nonostante tutti gli sforzi per rendere le scatole nere indistruttibili, "queste -ammettono gli esperti di Kroll Ontrack- possono comunque subire un danneggiamento e quando ciò accade è necessario ricorrere a un supporto professionale per estrarre dati da SSD. La scatola nera recuperata viene in genere portata in un laboratorio di ingegneria specializzata. Gli ingegneri lavorano per analizzare i dati estratti dalla scatola nera, spesso riparano le schede di memoria che sono state danneggiate, e per rintracciare i dati che possono essere replicati da un chip all'altro e che possono quindi essere recuperati. "Ogni caso è diverso, tutto dipende -continuano ancora- dal produttore della scatola nera, dalla quantità di danni fisici e il livello di crittografia dei dati impiegato dal SSD". Le loro conclusioni hanno enormi ripercussioni per le diverse parti coinvolte in un incidente aereo. "I risultati -ricordano- saranno utilizzati dell'accusa e dalla difesa nel corso delle indagini, per questa ragione deve essere tutto condotto in modo sicuro e dimostrare senza ombra di dubbio che i dati siano accurati".

COME MIGLIORARE LA TECNOLOGIA. I produttori continuano a lavorare per migliorare la tecnologia che sta alla base delle scatole nere. Quindi gli esperti di Kroll Ontrack passano ad alcuni suggerimenti. "Per esempio -dicono- si potrebbe mettere gli aerei nelle condizioni di trasmettere i dati dal vivo via satellite piuttosto che fare affidamento sulle scatole nere. Tuttavia, con quasi 40 milioni di voli all’anno sarebbe un'impresa enorme considerando le infrastrutture di oggi e i notevoli investimenti". Un altro miglioramento, concludono, "potrebbe essere quello di garantire che ogni scatola nera trasmetta un segnale unico abbinato al suo aereo. Ciò contribuirebbe ad accelerare il recupero generale in quanto ci sarebbero meno falsi segnali seguiti dalle squadre di soccorso che cercano di localizzare gli aerei dispersi".

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