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Francia: lo psichiatra, famiglia Lubitz a rischio suicidio per senso di colpa

29 marzo 2015 | 14.51
LETTURA: 3 minuti

Di Giannantonio: "La famiglia Lubitz a rischio suicidio per senso di colpa. Oltre alle terapie mediche e psicologiche serve un supporto sociale o per loro meglio cambiare città e identità"

La casa dei genitori di Andreas Lubitz (Afp) - AFP
La casa dei genitori di Andreas Lubitz (Afp) - AFP

"In età adeguata, in un contesto protetto, il bambino dovrà conoscere la verità". E' il consiglio che arriva dallo psichiatra Massimo Di Giannantonio alla compagna di Andreas Lubitz che - a quanto riportato dalla stampa tedesca - sarebbe incinta del copilota suicida che ha trascinato con sé alla morte 149 persone.

"Una cosa è certa - afferma Di Giannantonio - la manipolazione o la menzogna su ciò che accade è sempre foriera di dolore perché quando, prima o poi, si viene in contatto con la verità, nella persona si crea una deflagrazione. Basti pensare ai bambini adottati che scoprono solo da adulti la realtà dei fatti".

Analizzando poi la difficilissima situazione psicologica di fronte alla quale si trovano oggi i familiari di Lubitz Di Giannantonio avverte che c'è il rischio di "atti estremi" per il troppo dolore da affrontare.

"La famiglia Lubitz - spiega Di Giannantonio - deve affrontare tre gravi problematiche: il lutto e la perdita del figlio, il lutto e la perdita di tutte le vittime travolte dalla follia del figlio e il senso di colpa che senza volontà li vede complici di una strage. E' una questione estremamente complessa - sottolinea il medico - perché nelle loro menti man mano affioreranno i ricordi dei segnali di disagio, estremamente importanti, che ci sono stati nelle varie età della vita di questo ragazzo. Segnali che erano richieste di aiuto e che non sono stati colti".

Per aiutarli, secondo Di Giannantonio, c'è bisogno di agire su tre fronti: "Un trattamento psico-farmacologico, una psicoterapia di sostegno e un supporto psicosociale, perché è importante che la comunità che li circonda li accolga come vittime. Ma se così non fosse - aggiunge l'esperto - se la popolazione non è matura e dovesse compiere quell'operazione stupida di additarli come colpevoli, meglio sarebbe per loro cambiare città o addirittura identità".

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