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Iran: Obama, sempre in tempo a rivedere politiche se accordo non darà risultati

06 aprile 2015 | 12.06
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L'accordo raggiunto con l'Iran sul freno allo sviluppo del suo programma nucleare in cambio del sollevamento delle sanzioni è "un'opportunità che capita una volta sola nella vita, l'opportunità di vedere se possiamo o no almeno sgomberare il tavolo dalla questione", ha dichiarato il presidente americano Barack Obama in una intervista all'editorialista del New York Times Thomas Friedman in cui ha difeso il risultato raggiunto a Losanna che invece il Premier israeliano Benjamin Netanyahu, in una raffica di interviste tv (Abc, Nbc e Cnn) ha attaccato come "storicamente negativo".

"Non c'è una formula, non c'è altra opzione per evitare che l'Iran arrivi a possedere un ordigno nucleare più efficace dell'iniziativa diplomatica e nel quadro che abbiamo definito, e questo possiamo dimostrarlo", ha aggiunto. "Potremo rivedere le nostre politiche, se verrà fuori che non ci saranno risultati migliori", ha sottolineato Obama, ricordando che "lo stesso vale per l'Iran, un grande paese, un paese pericoloso, un paese che si è impegnato in attività che hanno portato alla morte di cittadini americani, ma che in verità ha un bilancio della difesa di 30 miliardi di dollari mentre il nostro è vicino ai 600".

"L'Iran sa bene che non possono combatterci...la dottrina di Obama? Ci impegnamo, ma manteniamo tutte le nostre capacità", ha sottolineato assicurando a Israele "l'assoluto impegno americano a mantenere il loro vantaggio militare". "Il mio è il tipo di impegno per cui tutti nella regione, incluso l'Iran, hanno chiaro che se Israele dovesse essere attaccato da qualsiasi paese, noi saremmo al suo fianco", ha precisato.

"Un raid o una serie di raid militari possono ritardare il programma nucleare dell'Iran per un certo periodo di tempo, ma quasi certamente spingeranno Teheran verso la bomba, forniranno la scusa perché i falchi dicano, 'questo è ciò che accade quando sei senza armi nucleari, gli americani attaccano'. Sappiamo che se non facciamo nulla a parte mantenere le sanzioni, continueranno a costruire la loro infrastruttura nucleare e avremo meno possibilità di capire cosa sta accadendo esattamente", ha spiegato il presidente.

La Casa Bianca ha già annunciato il veto del presidente su una legge che la Commissione esteri del senato discuterà questo mese in cui il sollevamento delle sanzioni sarà condizionato alla discussione e al voto dell'accordo finale, quello che dovrà essere raggiunto entro giugno. Nell'intervista al New York Times, Obama ha rivendicato i poteri del presidente di condurre la politica estera degli Stati Uniti, ma ha anche teso la mano ai repubblicani al Congresso, difendendo i poteri di scutinio di Capitol Hill a cui spetta, ha sottolineato, il diritto di esaminare con attenzione l'accordo raggiunto.

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